INGV, stabilizzare i precari per dare più sicurezza ai cittadini
La FLC Cgil sostiene e rilancia lo stato di agitazione del personale nelle varie sedi dell'Ente.
Il sostanziale insuccesso, a tutt’oggi, dei tentativi di ottenere una norma specifica che consenta all’INGV di completare il processo di stabilizzazione del personale precario ed offrire una prospettiva al personale escluso dalle lista di stabilizzazione, adeguando la dotazione organica alle reali esigenze dell’Ente, rappresenta motivo di preoccupazione per la sorte dei precari e per lo sviluppo futuro dell’Istituto.
La FLC Cgil riconosce la necessità di una forte mobilitazione di tutti i lavoratori dell’INGV, precari e di ruolo, per evidenziare l’insostenibilità della situazione di incertezza in cui potrebbero trovarsi le importanti attività strategiche dell’Ente, fra cui il servizio di sorveglianza nazionale su terremoti e vulcani attivi, nonché i numerosi e qualificati progetti di ricerca nazionali ed internazionali attualmente in corso.
Già oggi moltissimi dipendenti hanno manifestato tali preoccupazioni in modo chiaro, avanzando richiesta di esclusione dall’attività di turnazione 24h, di reperibilità, di laboratorio, con l’intenzione di rendere evidente che senza le colleghe ed i colleghi ad oggi precari le attività d’Istituto sarebbero seriamente compromesse. Si tratta di scelte estreme e sofferte che non nascono dalla voglia di sottrarsi alle proprie responsabilità, al ruolo tecnico - scientifico ricoperto, all’impegno verso la Protezione Civile e verso le popolazioni esposte ai Rischi sismico e vulcanico. La passione e la professionalità dei ricercatori, tecnologi, tecnici e del personale tutto sono testimoniate dal lavoro qualificato svolto durante le recenti crisi sismiche a San Giuliano e a L’Aquila, o durante le eruzioni vulcaniche dello Stromboli e dell’Etna; in tutte queste situazioni tutti i dipendenti dell’Istituto, appartenenti alle Sezioni di Milano, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Catania e Palermo, hanno mostrato forte impegno e spirito di abnegazione.
La responsabilità politica è del Governo, forse incapace di fornire adeguate soluzioni, nonostante gli impegni degli Ordini del Giorno al Senato ed alla Camera, votati trasversalmente da maggioranza e opposizione, o direttamente recepiti dal Governo come nel caso del recente Decreto Abruzzo.
All’INGV è riconosciuta una funzione determinante ed insostituibile nei settori della ricerca e della sorveglianza. E’ indispensabile rilanciare la missione di un Istituto di Ricerca di 1000 dipendenti, garantendo un futuro certo e una prospettiva di crescita scientifica, per poter assicurare una difesa sempre più efficace alle popolazioni esposte a fenomeni naturali estremi quali terremoti ed eruzioni. E’ giunto il momento di mostrare apertamente lo stato di disagio dell’Ente, interessato da un problema di tenuta scientifica ed operativa che coinvolge tutti i dipendenti.
La FLC Cgil sostiene e rilancia lo stato di agitazione del personale nelle varie sedi dell’INGV, per articolare una mobilitazione che potrà conoscere forme diverse, nel rispetto delle leggi e dei compiti istituzionali, che saranno eventualmente esplicate con modalità legate alle peculiarità delle singole sezioni.
Roma, 30 giugno 2009
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