Scuola portoghese in sciopero contro la valutazione degli insegnanti
Tre scioperi in un mese per gli insegnanti portoghesi che respingono il sistema di valutazione voluto dal governo.
La parola maledetta è “valutazione”. Quella degli insegnanti. E tutta la scuola portoghese è in agitazione contro le misure di valutazione degli insegnanti messe in atto dal ministro socialista dell’educazione Maria Rodrigues de Lourdes, che i giornali portoghesi indicano come la bestia nera dei sindacati.
La scuola portoghese aveva già un sistema di autovalutazione degli insegnanti, che però il governo socialista di Josè Socrates riteneva troppo blando e che ha cercato di sostituire con forme di valutazione più severe. Delle lotte su questo tema, connesso a quello dello stato giuridico dei docenti, dello scorso anno scolastico abbiamo dato documentazione sul nostro sito. Ma con il nuovo anno scolastico le proteste degli insegnanti sono riprese: l’8 di novembre 120.000 insegnanti hanno manifestato per le strade di Lisbona.
Il Ministero ha fatto qualche apertura: i risultati degli alunni e le assenze dei docenti non saranno più criteri obbligatori di valutazione, le ispezioni in classe saranno obbligatorie solo per chi aspira alla qualificazione massima, il tempo utilizzato dagli insegnanti per redigere il proprio bilancio professionale potrebbe essere retribuito, verrà ridotta l’eccessiva burocrazia delle procedure di valutazione.
Ma la Fenprof, il principale sindacato portoghese, stima che si tratti solo di misure di cui il ministero non poteva fare a meno per snellire le procedure e insiste sull’abrogazione del sistema di valutazione: il 3 dicembre è previsto un altro sciopero generale degli insegnanti e il 9 dicembre inizierà una settimana di scioperi articolati per regione.
Valutazione e conflitti intanto sembrano aver prodotto un aumento dei pensionamenti: 5.600 insegnanti si sono pensionati nel 2008, il 35% in più del 2007.
Roma, 26 novembre 2008
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