Riordino degli enti di ricerca: prima bozza di decreto
E’ stata presentata alle OO.SS. la bozza di decreto sul riordino degli enti di ricerca vigilati dal MiUR. Ne pubblichiamo il testo e ne diamo una prima valutazione che è complessivamente positiva.
Si è svolto ieri l’incontro tra il Ministro dell’Università e della Ricerca On. Fabio Mussi e le OO.SS. per la presentazione del testo del decreto di riordino degli enti di ricerca sulla base della legge 165 del 2007 che assegnava al Governo la delega ad operare in tal senso per gli enti vigilati dal MiUR.
Il testo che ci è stato presentato è una bozza che ha sicuramente bisogno di limature e ripuliture prima di poter divenire definitivo, ma la FLC ne da globalmente un giudizio positivo. L’unico aspetto che consideriamo assolutamente negativo è la scelta di limitare il riordino e l’autonomia statutaria ai soli enti vigilati dal MiUR. Abbiamo più volte segnalato tale aspetto perché il rischio che si sta correndo è quello di frammentare definitivamente il sistema della ricerca pubblica in due pezzi che operano con modalità diverse ed addirittura in contrasto, mentre nell’interesse del Paese il sistema della ricerca necessita di essere rafforzato e integrato. Sappiamo che questo non è un limite della bozza di decreto ma discende dalla legge delega così come è uscita dal Parlamento.
Ancora una volta chiediamo che, sulla base dell’ordine del giorno della Camera dei deputati fatto proprio dal Governo, tutti i Ministri si impegnino ad operare in una direzione convergente. Chiederemo questo di nuovo nel tavolo relativo all’Intesa sulla conoscenza, che abbiamo ricordato deve essere convocato al più presto, tavolo che riguarda tutta la ricerca pubblica ed è appoggiato al MiUR perché è questo il ministero che definisce le politiche della ricerca.
Sulla bozza che ci è stata presentata faremo nei prossimi giorni dettagliate considerazioni ed invieremo al Ministro i nostri suggerimenti.
Scegliamo però di pubblicarla, pur essendo solo una
bozza
, per la valutazione positiva che diamo sul suo impianto, per fornire al personale degli enti una occasione di conoscenza, e perché auspichiamo che in tempi brevi, senza cambiamenti di sostanza, si arrivi alla sua stesura definitiva e soprattutto alla sua applicazione.
La ricerca pubblica sta aspettando da troppo tempo di essere risollevata. A tale scopo sono necessari fondi, in crescita, ma ancora troppo lentamente, risorse umane più numerose – ricercatori e tecnici – ancora non in numero adeguato, ma anche una struttura istituzionale più libera e più responsabilizzante. L’autonomia deve essere possibile e praticata perché si possa fare vera ricerca, programmata a monte e verificata a valle sui risultati.
Abbiamo chiesto al Ministro un impegno sui tempi e la risposta è stata positiva. Occorre evitare che ostacoli esterni rallentino il processo.
Poche considerazioni sul testo.
In premessa, riteniamo necessario che la missione degli enti sia stabilita a livello legislativo, sia pure come afferma la 165/2007 con una specifica responsabilità del governo. Riteniamo, quindi, che allo scopo si debba utilizzare il decreto in discussione. La missione degli enti, infatti, è un elemento che influenza la stessa organizzazione che gli statuti dovranno definire e che deve avere una validità più stabile nel tempo. L’evoluzione delle politiche europee, la stesura del PNR chiariranno le priorità del Governo e quindi gli stanziamenti, ma non possiamo ripercorrere strade che condizionavano la funzionalità degli enti a specifici obiettivi contingenti.
Tutta la ricerca deve essere guidata dalla politica della ricerca dai suoi obiettivi strategici e quindi da una programmazione di ampio respiro temporale.
Nello specifico, in relazione al punto 11 (organi paritetici per sinergia) dell’art. 1 (Definizione degli statuti degli Enti di ricerca, loro missione), la nostra valutazione è positiva e per questo motivo ne chiediamo l’estensione agli enti non vigilati dal MiUR.
Sul punto 14 (prima applicazione formulazione statuti) riteniamo che esista il rischio per un ente come il CNR con 20 consiglieri scientifici, che la platea dei redattori degli statuti, così come formulata, risulti di difficile gestione e diluisca troppo il contributo dei consiglieri eletti dalla comunità scientifica. Trattandosi di prima applicazione, in virtù di questa specificità del CNR, chiediamo che siano i consiglieri eletti e quelli di nomina governativa ad avere il compito di redigere e proporre lo statuto.
L’art. 2 (Organi) definisce le linee generali che debbono valere per tutti gli enti e che, tenendo conto del testo della 165/2007, sono complessivamente condivisibili.
L’art. 6 (mobilità tra enti e enti e università)
Stante che abbiamo posto come FLC Cgil l’obiettivo di una regolamentazione a garanzia della libertà di mobilità dei ricercatori, abbiamo sottolineato la necessità di considerare attentamente nella formulazione definitiva gli esiti e le possibili dinamiche che tale previsione potrebbe innescare, data la diversa struttura istituzionale e contrattuale degli enti e delle università. In generale, chiediamo che nel decreto delegato si stabiliscano i principi e i criteri e le garanzie, lasciando ai contratti collettivi il compiti di razionalizzare norme specifiche.
L’art. 8 esclude da questo primo decreto due enti (INFN e INDAM) per i quali è necessaria una ulteriore riflessione.
L’art. 9 che riguarda le norme transitorie richiede un ulteriore approfondimento per evitare transitori troppo lunghi tali da danneggiare la funzionalità stessa degli enti.
Roma, 10 gennaio 2008
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