Secondo ciclo: recupero dei debiti formativi, con quali soldi?
Nelle ristrettezze tra debito formativo e debito pubblico il Ministero promette soldi che non ci sono e intacca le risorse del PON di cui non può disporre autonomamente.
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Il Ministero ha emanato nei giorni scorsi l’ ordinanza sul recupero dei debiti scolastici prevedendo un “rilancio” delle attività di recupero. Ma in casi come questo una delle prime domande che ci si pone è se ci saranno risorse sufficienti a coprire il fabbisogno, dal momento che vanno previsti “corsi” di almeno 15 ore in più discipline per più di un milione di alunni su circa due milioni e mezzo e per due o tre cadenze annuali (a seconda che l’anno scolastico sia organizzato in quadrimestri o in trimestri).
Nel comunicato di accompagnamento il Ministero parla di una disponibilità di 210 milioni di euro, ma nei testi normativi non si fa riferimento a cifre.
Nell’ordinanza appena pubblicata si fa invece riferimento alle risorse del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, le quali però non sono tutte destinate né destinabili alle attività di recupero. Esse per altro sono ancora in via di definizione nel quadro del CCNL e quindi non possono essere liberamente né conteggiate né disposte da parte del Ministero.
Per la scuola secondaria superiore tuttavia c’è una parte del fondo che deriva dal finanziamento dei “vecchi” IDEI, la quale, ancorché non più formalmente vincolata all’uso, potrebbe convenzionalmente essere calcolata preventivamente allo scopo. Questa somma, a suo tempo stanziata in lire, può essere oggi calcolata in circa 160 milioni di euro.
A questi, dice sempre l’ordinanza, vanno aggiunti i soldi previsti dalla legge finanziaria 2007 per i processi di riqualificazione scolastica, i quali sono stati quotizzati in 30 milioni di euro destinati al recupero su 64 milioni complessivi.
Per raggiungere quanto promesso dal Ministro mancano ancora all’appello, secondo le nostre stime, circa 20 milioni di euro.
Da dove verranno fuori?
L’ordinanza ipotizza anche l’utilizzo, per le scuole presenti nelle quattro regioni meridionali comprese nell’obiettivo Convergenza, delle risorse dei Piani Operativi Nazionali.
Ancora una volta, dunque, il Ministero pensa di sopperire ai deficit finanziari con somme di cui non può disporre autonomamente. Come è successo qualche giorno fa per le risorse sull’istruzione per gli adulti e per l’alternanza scuola lavoro, anche questa volta siamo costretti a ricordare a questa Amministrazione che i finanziamenti dei fondi strutturali sono straordinari, rivolti solo a quattro regioni e con finalità e modalità specifiche.
“Le attività di recupero devono costituire parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa”, dice l’ordinanza, e quindi possono solo integrarsi con le attività dei PON. Le scuole presenti nelle quattro regioni presenti dell'Obiettivo Convergenza potranno integrare queste attività di recupero ordinario con progetti finanziati dal fondo europeo al fine di migliorare le competenze (area della lettura e area della matematica) degli studenti oggi molto distanti dalle medie italiane ed europee.
I programmi operativi prevedono che le scuole dovranno intervenire con percorsi formativi e i relativi risultati saranno valutati sulla base delle indagini OCSE 2009 e 2012 per i progressi compiuti dagli studenti nelle competenze delle aree in cui sono deficitari. Come potrà accadere tutto ciò se si pensa di utilizzare queste risorse per le ordinarie forme di recupero?
Roma, 9 novembre 2007
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