Scuola: certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione
Invio alle scuole di un dossier contenente materiali di supporto alla compilazione del modello sperimentale di certificazione delle competenze
Come annunciato dalla
C.M. n. 28 del 15 marzo 2007
, che detta istruzioni sull’esame di stato al termine del primo ciclo di istruzione e che fornisce un modello sperimentale per la certificazione delle competenze, il MPI invia alla scuole un
dossier
di materiali di supporto alla compilazione della suddetta certificazione.
I materiali sono così composti:
- documento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle competenze chiave per l’apprendimento permanente
- quadro comune europeo sui livelli di competenze per le lingue
- definizione degli ambiti di literacy di PISA
- livelli di competenze OCSE PISA di matematica
- livelli di competenze OCSE PISA di lettura
- livelli di competenze OCSE PISA relative a problem solvine
- autovalutazione delle competenze linguistiche
A questi materiali si aggiunge la normativa di riferimento individuabile negli articoli 8, 10 e 13 del DPR 275/99 e negli articoli 8 e 11 del D.lgs 59/04.
Come avemmo già modo di commentare , in occasione dell’uscita della C.M. 28/07, non condividiamo le modalità con cui il ministero ha deciso di dar corso al deliberato contenuto nall’art. 11 del D.lgs 59/04 che prevede al termine del primo ciclo di istruzione, la certificazione delle competenze raggiunte dagli alunni, sia per ragioni di merito che di metodo.
Il passaggio dalla scuola degli obiettivi alla scuola delle competenze va accuratamente accompagnato con l’approfondimento del suo significato in termini di impianto disciplinare, metodologico e valutativo, non può essere improvvisato al termine di un percorso che si è snodato su altre coordinate. La casa non si comincia dal tetto, ma dalle fondamenta!
Le Indicazioni Nazionali non fornivano un quadro sufficientemente chiaro per muovere l’azione didattica in tal senso, infatti, a prescindere dallo scarso valore culturale che ad esse ha attribuito la comunità scientifica, contengono un lungo elenco di conoscenze ed abilità disciplinari che gli insegnanti dovrebbero trasformare in competenze personali. Competenze indefinite e conseguite con il metodo della personalizzazione.
Il processo di revisione delle Indicazioni Nazionali non è ancora concluso, e dovrà comunque comprendere una lunga fase di confronto e condivisione con le scuole prima della sua stesura definitiva.
Il materiale fornito alle scuole è di grande interesse per una indagine di tipo didattico valutativo su cui ogni docente è bene che rifletta, ma in sé non è utile per il fine per cui è stato inviato, in quanto decontestualizzato da un percorso di sviluppo delle stesse che si snodi organicamente tenendo conto dei cicli e dei periodi, dell’innalzamento dell’istruzione obbligatoria, di traguardi formativi prescrittivi per tutti, di un quadro normativo stabile e completo.
E’ condivisibile una fase di sperimentazione, per testare nella realtà norme che hanno già a monte una riflessione teorica sufficientemente approfondita, e per acquisire contributi dal mondo della scuola, diversamente si rischia un’approssimazione demotivante e poco utile, imponendo nello stesso tempo un impegno gravoso di cui non si sente il bisogno e che non rispetta il lavoro degli insegnanti.
L’art. 13 del DPR 275/99 dice che, fino alla definizione dei curricoli di cui all’art. 8, si continuano ad applicare gli ordinamenti precedenti e le relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all’art. 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze.
Prudenza avrebbe richiesto di applicare questa norma fin dal momento in cui sono state allegate in via transitoria le attuali Indicazioni Nazionali al D. lgs 59/04.
Roma, 9 maggio 2007
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