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Esami di stato: incontro sui compensi
Un confronto difficile: quando le risorse stanziate sono insufficientigli spazi di manovra sono pochi.
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Si è svolto giovedì 17 maggio l’incontro di confronto tra il Ministero e i sindacati sulla questione dei trattamenti economici relativi agli esami di Stato. All’incontro erano presenti i sindacati FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals, Gilda-Unams e Anp. Vale la pena di ricordare che i trattamenti in questione non sono ancora oggetto di una vera e propria contrattazione e d’altra parte la prederminazione di un preventivo di spesa che si rivela ancora insufficiente non lascia spazio a nulla di tutto ciò.
La FLC Cgil, che ha già denunciato le insufficienze e richiesto un provvedimento urgente, è favorevole alla contrattazione per tutti (non solo per le trasferte dei dirigenti come qualche altra associazione sindacale!), come d’altronde è previsto a regime dalla stessa legge 1/2007, ma ciò sarà possibile in futuro solo se ci saranno le risorse: in caso contrario il rischio sarebbe quello di sottrarre soldi ad altre voci salariali per finanziare gli esami, cosa che di fatto già avviene oggi, se si pensa che per coprire i buchi degli esami passati le scuole hanno anticipato anche soldi dei fondi di istituto.
Proprio intorno questa insufficienza (138 milioni di euro è la quota stanziata dalla legge 1/2007 di riforma degli esami di Stato) ha ruotato gran parte della discussione. I “salti mortali” fatti da dirigenti e funzionari ministeriali per fare bastare questa cifra oltre a rivelarsi infruttuosi (anche tenendo buone le cifre presentate si sfonderebbe il budget) non lasciano praticamente spazio ad altri criteri di calcoloo di distribuzione, rispetto a quelli presentati, mentre lapresunta prescrittività della legge 1/2007 circa l’erogazione del compenso sotto una voce unica (al posto della passata distinzione tra compenso vero proprio e indennità di trasferta), oltre rendere più rigido e meno trasparente il tutto, rischia persino di riflettersi sul valore netto percepito.
In queste condizioni è chiaro che non c’è stato spazio per affrontare alcuni elementi “normativi” quali che quelli che riguardano le “anomalie” che sempre si presentano come impreviste nel corso degli esami: dalla questione dei docenti di lingua, ai commissari interni su più di una classe, ai commissari esterni su un numero minore o maggiore di classi ecc.
Nondimeno si è cercato di ottenere almeno una ripartizione più equilibrata del tutto. Si tratterà ora di vedere la concreta possibilità che almeno questa possa realizzarsi.
Roma, 18 maggio 2007
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