Scuola non statale. Le nuove norme sul Tfr e sulla previdenza complementare
Dal 1° gennaio 2007 è entrato in vigore il sistema di norme che ridefiniscono e regolano la previdenza complementare e la gestione del Trattamento di Fine Rapporto. Tali norme interessano tutto il lavoro privato e quindi anche il personale docente, ata e direttivo in servizio nelle scuole non statali a gestione privata.
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Le nuove disposizioni legislative , che introducono una notevole modifica nel sistema pensionistico italiano, riguardano tutti i settori del lavoro privato e quindi anche i lavoratori e le lavoratrici – dipendenti e autonomi – che operano nelle scuole ed istituzioni non statali a gestione privata di ogni ordine, grado e tipologia.
Di conseguenza, nell’arco dei prossimi sei mesi, o entro sei mesi dall’assunzione se successiva, tutto il personale potrà esprimere delle scelte rispetto sia alla adesione o meno ad una forma di previdenza integrativa sia, se dipendente, anche alla destinazione del TFR che maturerà dal 1° gennaio 2007 in poi.
In estrema sintesi a partire dal 1 gennaio 2007 le lavoratrici e i lavoratori dovranno scegliere, nell’arco dei sei mesi successivi, se trasferire il proprio TFR maturando in tutto o in parte alla previdenza complementare o in alternativa mantenerlo come tale, ovvero lasciarlo in azienda. Al termine dei sei mesi il silenzio totale del lavoratore (silenzio/assenso) equivale, a tutti gli effetti di legge, alla destinazione di tutto il TFR maturando ad un fondo negoziale o ad un altro fondo privato individuato dal datore di lavoro.
L’ adesione ad un fondo di previdenza complementare, attraverso il versamento di un contributo sia del lavoratore che del datore di lavoro, consentirà al dipendente la costruzione di una pensione complementare aggiuntiva a quella obbligatoria.
Come è evidente, si tratta di scelte non certo semplici e rese ancor più problematiche dal fatto che per questo settore ad oggi non opera alcun fondo complementare negoziale, ossia di origine contrattuale, tipologia questa che riteniamo debba essere privilegiata sia per la sua caratteristica previdenziale, mutualistica e no-profit che per il sistema di controllo assicurato dall’assemblea che rappresenta i lavoratori aderenti.
Per questo, tutte le Organizzazioni sindacali confederali e autonome firmatarie dei CCNL di settore hanno posto con urgenza la questione ai tavoli delle trattative aperte per i rinnovi contrattuali, proponendo alle parti datoriali – in attesa della costituzione di Fondi di categoria – l’adesione in via provvisoria al Fondo Espero, ovvero al fondo negoziale già istituito per il personale della scuola statale.
Mentre l’ANINSEI ha espresso la propria disponibilità a considerare la possibilità di adesione al Fondo ESPERO, l’AGIDAE ha dichiarato la volontà di costituire con le OO.SS. firmatarie del CCNL Scuola e del CCNL istituzioni socio-assistenziali, un fondo negoziale intersettoriale che raggrupperebbe tutto il mondo cattolico e cristiano compresa la FISM.
Roma, 9 gennaio 2007
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