Primo ciclo : Circolare portfolio e sentenza del Tar
Un duro colpo all’impianto morattiano.
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L’ordinanza di ieri del Tar Lazio – che stabilisce, come richiesto da FLC Cgil, la sospensiva della CM 84/05 e delle note ministeriali diffuse dopo l’ordinanza del febbraio scorso dello stesso Tribunale - assesta un colpo mortale al cuore dei provvedimenti del ministro Moratti. In particolare a quel portfolio che il Ministro aveva voluto come strumento (confuso e pasticciato) per delineare la biografia degli alunni e che avrebbe dovuto accompagnarli per l’intero percorso scolastico. Espressione massima della “personalizzazione” per assecondare la quale si è pensato di dover destrutturare tutto il funzionamento della scuola: mai nominate le classi, cancellata la collegialità docente, vagheggiata la presenza di un super-docente (tutor) assommante su di sé prerogative finora condivise da tutti gli insegnanti, orario scolastico e attività didattiche a richiesta individuale.
Il Tar Lazio ha riconosciuto la validità e la correttezza delle obiezioni sollevate da FLC Cgil.
Richiamando la propria precedente ordinanza ha detto stop alle biografie e ribadito che il giudizio di religione cattolica va redatto su nota a parte, come chiaramente prescrivono le norme del testo Unico.
Non solo. Ha ricordato che “la precedente ordinanza…ha valenza erga omnes anche per quanto attiene all’insegnamento della religione” e ha “bacchettato” l’ambiguità delle note ministeriali che “consentirebbe di vanificare l’ordine di questo Giudice”.
Una solenne bocciatura per un Ministero che ha scelto la linea dell’andare avanti comunque, giocando sull’equivoco, incurante delle critiche e dei richiami al punto da esporre le scuole che si sono fidate di lui a dover riesaminare o addirittura rifare il lavoro già compiuto.
In tali circostanze, bene ha fatto FLC Cgil a richiedere in prima persona il pronunciamento dei giudici, a evidenziare i rischi che si facevano correre alle scuole, a sostenere (anche attraverso diffide mirate laddove necessarie) le scuole e il personale non disposti a contravvenire alle leggi vigenti.
Esigiamo adesso che il Miur, senza ulteriori ambiguità, dia alle scuole indicazioni chiare e corrette.
Roma, 16 marzo 2006
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