Estero. Sul contingente è mancato accordo
Le OO.SS. denunciano la disastrosa politica scolastica del MAE. Ciò che serve è una radicale inversione di tendenza
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Come annunciato la concertazione sulla revisione dei posti di contingente 2006/2007 si è conclusa con un mancato accordo. Nella riunione del 17 marzo u.s. si è definitivamente consumata la rottura tra le posizioni delle OO.SS. e del MAE sul contingente.
Non sono valse a niente le osservazioni, le critiche, le sottolineature, le contraddizioni avanzate dalle OO.SS.. Il MAE è andato diritto per la sua strada è ha riconfermato nella sua pressoché totalità le scelte presentate in occasione della apertura del tavolo di concertazione.
Non sono valse a niente nemmeno le sottolineature espresse dai delegati del MIUR che in più di un’occasione hanno manifestato serie perplessità sui tagli effettuati dall’Amministrazione alle scuole statali di Madrid, Atene, Parigi e Zurigo sottolineandone la contraddizione con quanto, invece, viene fatto in territorio metropolitano ed evidenziandone la discutibile legittimità.
Ancora una volta il MAE ha messo in evidenza, in tutta la sua drammaticità, l’assenza di una politica scolastica seria e coerente capace di rilanciare le nostre istituzioni scolastiche all’estero e il ruolo centrale dell’intervento pubblico.
Con inusuale caparbietà sono state riconfermate le scelte di fondo tendenti a favorire l’iniziativa privata, ad accontentare le “spinte” di alcune sedi consolari, a privilegiare interventi fumosi e aleatori dettati da logiche del tutto incomprensibili.
Appare abbastanza chiaro, almeno dalle dichiarazioni di alcuni membri della delegazione di parte pubblica, che all’interno del MAE ha ripreso il sopravvento quel partito dei “falchi” che, qualche anno fa, aveva messo a dura prova le relazioni sindacali, per cui per l’Amministrazione le norme sull’istruzione, le leggi della repubblica e le norme contrattuali sono delle variabili indipendenti.
Si riaffaccia, dando una interpretazione “estremista” del Testo Unico sulla scuola, l’idea di un MAE che ha poteri anche ordinamentali sulla scuola italiana all’estero tanto da decidere le sorti di un’istituzione scolastica o di una istituzione educativa.
Questo a significare che, sebbene cambino i vertici nelle culturali, la direzione della politica scolastica italiana all’estero è ancora caratterizzata dall’improvvisazione, dal pressappochismo e dall’arbitrio.
Oggi più che nel passato si avverte la necessità di una radicale inversione di tendenza che, partendo dalla centralità dell’intervento pubblico, ridisegni e riqualifichi l’intero sistema scolastico italiano all’estero.
Roma, 21 marzo 2006
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