Decreto secondo ciclo: senza sbocchi!
Per gli studenti del nuovo secondo ciclo il rischio di non avere uscite professionali
Da notizie comparse in questi giorni su alcuni giornali emerge che il lavoro della commissione incaricata della ridefinizione dei titoli per accedere all’esame di Stato per le professioni è ancora molto indietro. Si tratta di professioni a cui si accede con lauree universitarie ma anche di professioni come il geometra, il perito industriale, il perito agrario, l’agrotecnico, alle quali si accedeva finora con diplomi rilasciati dagli istituti tecnici e professionali.
Queste professioni stanno per essere negate agli alunni della nostra scuola secondaria superiore. E’ questo l’effetto congiunto della imprevidenza e della furia iconoclasta con cui il ministro Moratti si è avventata contro la legislazione scolastica varando la legge 53, la quale separa la scuola secondaria superiore in licei privi di sbocchi professionali e in una istruzione professionale retrocessa al ruolo di addestramento al lavoro, senza aver prima o contemporaneamente predisposto una ridefinizione dei tempi e dei modi per raggiungere lo sbocco professionale.
Anche se Miur e ordini professionali promettono di lavorare insieme sarà difficile arrivare in tempo utile per le iscrizioni del prossimo gennaio a ridefinire i nuovi tempi di studio ovvero il livello dei titoli di studio per questi ed altri mestieri.
Al contrario il ministro Moratti continua a sostenere che entro il 17 ottobre il decreto sulla secondaria superiore sarà varato.
Così il 18 ottobre, ma anche a fine gennaio quando scadranno le iscrizioni, ci troveremo in questa paradossale situazione:
• da un lato un DPR 328/2001 che recita che i titoli per accedere a queste professioni attraverso l’apposito esame di Stato sono quelli previsti dalla normativa vigente,
• dall’altro una normativa vigente che dice che questi titoli non sono più validi: quelli rilasciati dal liceo perché “liceali”, quelli rilasciati dal sistema dell’istruzione-formazione professionale perché inferiori ad un quinquennio di studi.
Gli altri titoli previsti dal DPR 328 sono:
• quelli secondari varati dalla legge 30 /2000 (la riforma Berlinguer), ma questa come si sa è stata abrogata dalla Moratti e dalla sua legge 53 e con essa anche i titoli in questione.
• le qualifiche rilasciate dagli IFTS (quadrisemestrali e con almeno sei mesi di tirocinio), ma questi, ancorché la legge 53 ne preveda l’aggancio al quarto anno superiore, devono avere a monte un diploma valido per l’iscrizione all’albo (condizione che non esiste più)
• le lauree indicate con le classi 1, 4, 7, 8, 10, 16 17, 20, 21, 23, 25, 26, 27, 40 e 42 ( e di alcune di queste solo alcune sezioni).
Dal momento che i titoli secondari non sono più validi, che quelli previsti dalla riforma Berlinguer sono stati abrogati con la riforma stessa e che le qualifiche degli IFTS debbono comunque prevedere un diploma secondario valido che non esiste più, restano solo le lauree e quindi l’unico sbocco possibile per accedere alla professione di geometra, di perito industriale, di perito agrario e di agrotecnico è iscriversi e frequentare l’università.
Questa sarà l’unica prospettiva certa che a gennaio le scuole potranno indicare alle famiglie, il resto saranno dei “forse” o dei “vedremo”: una prospettiva dispendiosa e punitiva, per una utenza che ha sempre scelto gli istituti tecnici e professionali anche per ragioni di tipo economico e di durata degli studi.
Roma, 14 settembre 2005
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