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Secondo ciclo: che cosa ha approvato il consiglio dei ministri?

Che cosa ha approvato il Consiglio dei Ministri venerdì 27 maggio u.s.?

07/06/2005
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Che cosa ha approvato il Consiglio dei Ministri venerdì 27 maggio u.s.? E’ sempre più lecito chiederselo.

A oltre dieci giorni da quella seduta in cui il Consiglio avrebbe approvato (a questo punto anche il condizionale è sempre più d’obbligo) lo schema di decreto sul secondo ciclo relativo all’attuazione della legge 53 e a oltre dieci giorni dal battage pubblicitario che ne è seguito, volto a far credere che la “riforma” era compiuta ( cosa non vera, visto che lo schema deve ancora iniziare il suo iter istituzionale prima di diventare decreto), nessun testo ufficiale è ancora stato pubblicato.

Non solo il sito del ministero continua ancora imperterrito a pubblicare l’ormai superata bozza del 17 gennaio (la terza delle dodici che sono uscite di seguito e che ci sono note), ma persino il sito del Consiglio dei Ministri, laddove annuncia l’approvazione, “linka” il testo del 17 gennaio!

E’ evidente quindi che il testo non è esattamente quello “apocrifo” della dodicesima bozza, che è stato pubblicato su alcuni siti, e che esistono, come minimo, delle correzioni di una certa importanza, probabilmente apportate in sede di consiglio, se la loro riscrittura richiede ancora così tanto tempo.

Per altro un testo, che, da quello che si sa, si presenta senza l’articolo relativo ai tempi e ai modi del passaggio di competenze alle regioni per quello che riguarda l’istruzione e la formazione professionale, lascia dedurre conseguenze sostanziali non solo sul piano della qualità dell’operazione, la cui negatività sociale e culturale ci era già nota ed è stata da noi sempre denunciata, ma persino su quello della sua coerenza interna.

Insomma questi ritardi sembrano confermare che ci troviamo di fronte a un disegno non solo sbagliato, ma anche sostanzialmente inapplicabile.

E’ forse a questa impossibile quadratura del cerchio che stanno cercando di porre rimedio gli uffici ministeriali?

E’ forse a questo che si può attribuire il ritardo nella pubblicazione del tutto?

Roma, 7 giugno 2005

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