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La Legge Finanziaria contro la scuola

Pubblichiamo il documento unitario FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola sulle pesanti ricadute che le scelte contenute nella Legge Finanziaria comportano per la scuola

12/01/2005
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Pubblichiamo il documento unitario FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola sulle pesanti ricadute che le scelte contenute nella Legge Finanziaria comportano per la scuola.

Roma 12 gennaio 2005

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FLC Cgil Cisl Scuola Uil Scuola

Scheda sulla Legge finanziaria
(Legge 30 dicembre 2004, n. 311)

Il rinnovo dei contratti
Non sono stati fatti investimenti, così come previsto dal Depf, né sono state incrementate le risorse finanziare per il rinnovo del secondo biennio economico dei contratti del personale docente e ata.
Non sono previste risorse specifiche per il rinnovo contrattuale dei Dirigenti scolastici.
Si conferma, pertanto, un forte divario fra le richieste presentate dalle Confederazioni Cgil, Cisl e Uil e le disponibilità economiche messe in campo dal Governo.

L’istruzione pubblica
La riuscita dello sciopero generale dei lavoratori della scuola del 15 Novembre scorso ha evitato la riduzione generalizzata degli organici del 2% già prevista con la prima versione dell’emendamento fiscale alla finanziaria.
La grande mobilitazione generale degli insegnanti, del personale ATA, dei dirigenti scolastici a difesa della scuola pubblica ha indotto il Ministro dell’Istruzione a difendere il proprio ruolo istituzionale tentando di limitare i danni peggiori e le incursioni programmate “imposte” dal Governo e dalla maggioranza parlamentare.

La riduzione delle risorse economiche e professionali
I tagli apportati agli organici del personale e alle risorse economiche tramite le precedenti finanziarie continuano i loro effetti negativi sulla potenzialità dell’autonomia scolastica.
La scuola ha infatti già subito, per effetto delle scelte politiche dei Governi, riduzioni pesantissime del personale docente e ATA (circa 70.000 posti in meno fra la manovra del luglio 2001 e le Finanziarie 2002, 2003 e 2004).
Una progressiva riduzione che ha colpito le scuole sul versante dei trasferimenti delle risorse che sono state erose nella loro entità allungando i tempi e le modalità di accredito.
Una denuncia precisa di queste gravi limitazioni è stata fatta anche dalla Corte dei Conti. Nella tabella C) gli stanziamenti da trasferire ai centri di spesa e alle scuole per la gestione della L. 440, oltre alle riduzioni già previste dal testo generale della finanziaria in rapporto al 2%, vengono ulteriormente erosi con una ulteriore riduzione della spesa di 400 milioni di euro, per l’anno 2005, e dall’anno 2006 un'altra riduzione per 600 milioni di euro.
La Finanziaria 2005 conferma gli organici alla situazione di diritto dell’anno precedente. Di fatto s’istituisce un tetto nazionale della disponibilità degli organici per tutto il personale con il quale la scuola si dovrà “arrangiare” a fronte dell’incremento degli alunni e della domanda che invece sono in contro tendenza.
Infatti aumentano: la domanda nella scuola dell’infanzia; le iscrizioni degli alunni extra comunitari; la domanda del tempo pieno/tempo prolungato; le iscrizioni nelle scuole secondarie.
Con lo stesso numero di personale si dovrà garantire una qualità e un quantità di servizio pari o superiore.
Gli effetti del blocco si rifletteranno sulla quotidianità del lavoro scolastico con la conseguenza di classi più numerose, riduzione ulteriore del tempo scuola e della stessa qualità dell’offerta, difficoltà nell’organizzazione dei servizi amministrativi, tecnici, ausiliari.

La manovra sulle supplenze
L’intervento di razionalizzazione sulla spesa per le supplenze rappresenta l’ennesimo intervento che logora le condizioni dei lavoratori precari e che nello stesso tempo riduce ulteriormente le possibilità di organizzare la qualità del servizio nei casi di assenze del personale, attraverso l’inasprimento delle modalità delle sostituzioni.
Di fatto, per la prima volta, s’impone alle scuole un tetto annuale per le spese delle supplenze.
Negli anni precedenti gli interventi di razionalizzazione della spesa prevedevano comunque stanziamenti in finanziaria, magari insufficienti, che potevano essere integrati con assestamenti successivi in relazione alle esigenze registrate nel servizio scolastico.
Il tetto renderà impossibile tale opportunità con la conseguenza dell’incidenza sulle risorse del fondo. Le scuole si dovranno “arrangiare” subendo l’aggravio delle spese per il pagamento delle ore eccedenti e contemporaneamente la riduzione delle risorse non spese per le supplenze che integravano il fondo di scuola.
L’altro intervento per acquisire risorse a discapito della scuola riguarda l’insegnamento della lingua inglese.
Tale scelta non è quantificabile esattamente sul piano della riduzione della spesa ma avrà, comunque, come conseguenza un impoverimento della qualità.
L’intervento prevede che comunque dovranno essere garantiti il recupero di non meno 14.200 posti d’insegnamento comune: 7.100 unità per ciascuno degli anni scolastici 2005/2006 e 2006/2007. Ciò comporta la riduzione di fatto di posti già istituiti.

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