Stato giuridico: il Ministro tace e i parlamentari vanno avanti
E’ tornato in discussione alla settima commissione cultura della Camera il testo unificato del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti.
E’ tornato ieri, 27 ottobre, in discussione alla settima commissione cultura della Camera il testo unificato del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti.
Nel riportare lo stenografico non possiamo che sottolineare come sia inaccettabile per la FLC CGIL assistere all’avanzamento dei lavori avendo avuto dal Ministro Moratti, a nome di tutto il Governo, l’assicurazione che il testo riceverà il parere negativo del Governo stesso qualora intervenga su materie riservate alla contrattazione.
Che il testo intervenga quasi esclusivamente su materie riservate alla contrattazione è lampante, quindi è inspiegabile il silenzio del Ministro Moratti.
Infatti il Ministro, quale componente l’esecutivo, ha la potestà, oltre al dovere politico, di intervenire sulle inaccettabili incursioni prodotte con il disegno di legge, che interferiscono subdolamente con la contrattazione.
La sua responsabilità è amplificata dal fatto che questo Governo si è impegnato, con un accordo sottoscritto dal Vice Presidente del Consiglio il 4 febbraio 2002 febbraio, a rispettare regole e materie oggetto di contrattazione.
E allora perché il Ministro continua ad ignorare l’iniziativa parlamentare con un inutile spreco di tempo e di energie dei diversi componenti della commissione?
Sono ben altri gli interventi necessari a garantire la qualità del servizio scuola nel nostro paese: gli insegnanti sarebbero di gran lunga più contenti se, per esempio, potessero progettare con risorse certe e più consistenti, se fossero loro retribuite dignitosamente le sempre più numerose ore di lavoro aggiuntivo, se avessero la tranquillità del posto di lavoro, e l’elenco si potrebbe allungare.
Inoltre, e non è marginale, perché il Ministro ed il Governo permettono una iniziativa legislativa che non ha alcuna copertura finanziaria?
Incomprensibile ancora di più se si pensa che già la legge 53/2003, insieme alle numerose raccomandazioni che ne accompagnarono l’approvazione, prevede l’emanazione di provvedimenti per regolare la formazione iniziale e continua dei docenti nonché le modalità di reclutamento degli insegnanti.
Allora il Ministro deve essere chiaro: intende forse anticipare, per questa strada, alcune parti della Legge 53? Oppure è interessata, vista l’ampia delega che il testo riserva alla regolamentazione successiva, ad aggirare i vincoli, soprattutto quelli finanziari, della 53?
Né il Ministro può dimenticare che ha anche condiviso con le organizzazioni sindacali l’articolo 22 dell’ultimo contratto CCNL.
La Flc ha già evidenziato come il disegno di legge proponga una rilegificazione inaccettabile su materie che, per legge, sono riservate alla negoziazione tra le parti. Inoltre il Ministro dimentica che i diritti sindacali dei lavoratori hanno una garanzia riconosciuta dall’articolo 97 della Costituzione.
Quanto poi possa essere compatibile l’unicità della funzione docente e l’impianto collegiale del lavoro degli insegnanti con la gerarchizzazione ci sarebbe molto da discutere.
Alla FLC CGIL non sono mai piaciuti i "processi alle intenzioni" ma è giunto il momento di essere chiari ed espliciti in primo luogo nei confronti del personale che assiste a decisioni che si prendono sulla loro pelle.
Roma, 28 ottobre 2004
In allegato il testo del resoconto
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