Scuola, FLC CGIL a Conte: gli insegnanti italiani meritano di più
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
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Roma, 31 dicembre – È la seconda volta che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si occupa di stipendi dei docenti. La prima volta fu nell’aprile 2019, quando addirittura firmò un Protocollo di Intesa con i sindacati scuola, riconoscendo l’importanza di un adeguamento degli stipendi degli insegnanti alla media dei loro colleghi europei, così come legittimamente chiedevano le organizzazioni sindacali. Ma poi il suo primo governo cadde.
Ora, sia pur genericamente, il Presidente ritorna sull’argomento in occasione della conferenza stampa di fine anno, per dire che effettivamente occorre fare di più.
Purtroppo il riconoscimento si ferma qui, e se si ferma qui andrà a tenere compagnia alla lunghissima serie di presidenti e di ministri dell’istruzione che ammettono l’anomalia ma poi non fanno nulla per correggerla.
I mali della scuola italiana sono annosi ed endemici: classi pollaio, precariato cronico, tagli epocali al personale, edilizia antiquata, tempo scuola ridotto, scuole sovradimensionate e ingestibili, strutture di supporto amministrativo ridotte al lumicino, autonomia non supportata e via dicendo. Ma di questo panorama desolante fa parte anche la non attrattività della professione docente. Stipendi non adeguati sono una delle cause che portano alle graduatorie vuote, alle classi non coperte, alla caduta verticale della considerazione sociale della professione.
Se si cominciasse a programmare un graduale incremento stipendiale da realizzare anche in più contratti a partire dal prossimo, allora si potrà dire che si incomincia a uscire dalle chiacchiere per fare cose concrete.
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