Policlinico Umberto I°: appalti, precarizzazione, scarsi investimenti e mancati controlli le cause della grave situazione denunciata da "l’Espresso"
Comunicato stampa di Enrico Panini, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
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LA DENUNCIA DE “L’ESPRESSO” SULLA SITUAZIONE DEL POLICLINICO UMBERTO I° HA BISOGNO DI RISPOSTE VERE.
APPALTI, PRECARIZZAZIONE, SCARSI INVESTIMENTI, MANCATI CONTROLLI
SONO LE CAUSE PRINCIPALI
Devono essere date urgentemente risposte positive alla denuncia sollevata dal “L’Espresso” circa la grave situazione del Policlinico Umberto 1° di Roma.
Le cause sono da ricercare nell’esplosione degli appalti, nella fortissima precarizzazione del lavoro, nella costante riduzione del sostegno alla sanità pubblica.
Vi sono responsabilità anche di quanti hanno gestito il Policlinico che vanno individuate in modo preciso.
Vanno garantite maggiori risorse finanziarie ed interventi strutturali di cui il Policlinico ha bisogno (risposte che da tempo rivendichiamo) ma nel contempo bisogna cancellare la privatizzazione di importanti servizi, condotta con la moltiplicazione di appalti esterni, e bisogna cancellare una precarizzazione dilagante.
Guardiamo con grande preoccupazione agli avvenimenti in corso,perché temiamo che qualcuno possa immaginare, in un ridisegno della geografia della sanità universitaria, di trovare nuovi spazi per appalti e investimenti miliardari, certo non pensati allo scopo precipuo di un rafforzamento del servizio pubblico.
Così come temiamo che la razionalizzazione del servizio si traduca in una riduzione dell’offerta di assistenza, come già alcuni anni fa si era tentato di fare: una riduzione di posti-letto che pagherebbero i cittadini e gli operatori del servizio.
Bisogna affrontare i problemi veri per ridare una certezza di cura e di qualità della degenza ai cittadini, garantire le condizioni di un funzionamento qualificato ed una prospettiva al lavoro ai tanti medici e ricercatori che operano dentro il Policlinico di Roma.
Stupisce che da alcune parti si preferisca invece perdere tempo indicando come causa della situazione denunciata i rapporti tra l’Università e l’attività sanitaria del Policlinico.
Posizioni davvero stupefacenti e tali non solo da non risolvere i problemi denunciati alla radice ma di produrre un forte ridimensionamento della ricerca medica nel nostro Paese.
Si risolvano i problemi, e rapidamente, ed i lavoratori possono dare indicazioni fondamentali in questo percorso.
Per il resto non ci sono dubbi che l’attività di ricerca vada salvaguardata riconducendo alla piena ed esclusiva responsabilità delle Università il ruolo e la funzione di ricerca nel campo medico e la loro ricaduta sul versante dell’attività sanitaria.
Roma, 9 gennaio 2007
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