INVALSI: positivo il rinvio di un anno delle prove come requisito d’accesso agli esami di Stato. Ora attendiamo che si riapra una riflessione sulla valutazione e sulle sue finalità
Comunicato stampa della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza CGIL.
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Roma, 6 settembre - In pochi giorni l’INVALSI ha pubblicato non solo le tempistiche delle prossime somministrazioni, ma anche i quadri di riferimento che, nel caso degli esami di stato, costituiscono requisito di ammissione all’esame e allo stesso tempo integrano il quadro delle competenze in uscita. Scelta completamente sbagliata e che avevamo già contestato. Apprendiamo ora che i relatori della I e V Commissione della Camera hanno presentato un emendamento al Milleproroghe che rinvia di un anno l'obbligo della prova INVALSI per l'esame di stato del secondo ciclo.
Consideriamo positivo questo slittamento, ma riteniamo debba essere finalizzato alla ormai improrogabile apertura di una riflessione pubblica sulle modalità e sulle finalità dei processi di valutazione.
I processi valutativi non possono in alcun modo espropriare le scuole delle loro funzioni fondamentali e tantomeno essere utilizzati per costruire classifiche, ma piuttosto devono produrre dati utili a fare scelte politiche che devono competere al Ministero. Ci attendevamo infatti, e ci attendiamo, un intervento del MIUR, che non può lasciare correre questa importante questione come se fosse una semplice faccenda burocratica.
Del resto il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, in un suo recente parere, aveva chiesto un generale ripensamento del sistema valutativo e delle prove stabilite dall'Istituto nazionale per la valutazione.
È necessario riaprire un confronto su questo modello, tenendo conto dei processi di insegnamento e di apprendimento di cui la valutazione è parte integrante e di cui unici protagonisti sono docenti e allievi con i quali, per l'ennesima volta, non si è cercato alcun dialogo.
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