Valore legale del titolo di studio. Parliamone
La rivista "Articolo 33" nel primo numero del 2012 ha avviato il dibattito.
Questo tema riemerge ogni tanto nella discussione nazionale per poi inabissarsi di nuovo come un fiume carsico. Ma noi pensiamo che vada affrontato una buona volta e chiarite le implicazioni dell’una o dell’altra scelta.
La rivista “Articolo 33” nel primo numero del 2012 ha avviato il dibattito e ospita tre interventi sull’argomento, tutti leggibili online: di un docente universitario (Franco Frabboni), di un docente di scuola (Paolo Cardoni), di un sindacalista (Marco Broccati).
I 3 autori non approvano l’abolizione del valore legale del titolo di studio, ma in base a ragionamenti molto diversi tra loro. Si paventa un’arbitraria classifica delle università che penalizzerebbe gli atenei più piccoli e gli studenti che non possono frequentare le istituzioni ritenute eccellenti. Si paventa una meritocrazia basata sul reddito e non sull’impegno personale. Si pone il problema del reclutamento nell’impiego pubblico e la certificazione delle competenze. Si pone la questione di valutare e valorizzare anche gli apprendimenti informali e le competenze acquisite fuori dal sistema di istruzione. Si pone la questione di far funzionare bene l’università e il dovere dello Stato a garantire ai capaci e meritevoli l’accesso ai gradi più alti dell’istruzione.
Insomma, c'è tanta carne al fuoco. L’intento della redazione di “Articolo 33” è arrivare a fine anno con una posizione motivata e definitiva sul tema. Ma dopo un dibattito che si spera il più ampio possibile.
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