Il Rapporto annuale 2006 della Commissione Europea, per quanto riguarda il livello dell'istruzione in Italia, è da brivido.
In Europa in base ai dati del 2005, sono circa 6 milioni (il 14, 9%) i giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno lasciato la scuola prematuramente. Mentre secondo l'obiettivo fissato a Lisbona - un 10% - almeno due milioni di ragazzi dovrebbero riprendere a studiare.
L'ITALIA in quasi tutte le aree strategiche esaminate (dispersione scolastica, numero di giovani che hanno raggiunto almeno il diploma, competenze-chiave, partecipazione degli adulti a corsi di istruzione permanente, multilinguismo e fondi destinati all'istruzione) non è risultata tra le nazioni con i risultati migliori.
Ai “tradizionali” ritardi del nostro sistema scolastico, frutto di decenni di abbandono da parte dei vari governi che hanno considerato la scuola un problema di spese da tagliare, si sono aggiunti i disastri del Ministro Moratti.
Questi fatti fanno emergere nel Rapporto un quadro drammatico che si somma alla grave situazione in cui versa la ricerca nel nostro Paese.
Se non si inverte questa situazione non c’è possibilità di pensare ad uno sviluppo economico e sociale adeguato alle necessità.
E’ necessaria una Intesa politica con il Governo su scuola pubblica, università e ricerca che colleghi l’affermazione circa il ruolo fondamentale della conoscenza per lo sviluppo e la democrazia a coerenti ed urgenti scelte di politica e di risorse.
Cancellare le leggi Moratti è un obiettivo necessario ed irrinunciabile ma sono necessari scelte urgenti sul versante dell’innovazione.
Roma, 9 giugno 2006