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Fisco, lavoro, cittadinanza e… conoscenza. Le ragioni dello sciopero del 12 marzo

La scuola statale e non statale e l'AFAM aderiscono per l'intera giornata, l'università, la ricerca e tutti i comparti privati con quattro ore (come deciso dalla CGIL) a fine turno.

06/03/2010
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>> Volantini <<
Scuola - Università - Ricerca - Modificabile - Cgil

La CGIL ha proclamato per il 12 marzo uno sciopero generale che metterà al centro della mobilitazione le proposte per affrontare i problemi più immediati e pressanti per uscire dalla crisi e per l'equità sociale: un fisco giusto, attenzione al lavoro, diritti di cittadinanza.

La scuola statale e non statale e l'AFAM aderiscono per l'intera giornata, l'università, la ricerca e tutti i comparti privati con quattro ore. Articolazioni diverse, possono essere state decise localmente. Sono previste manifestazioni territoriali. Le iniziative dei giovani della CGIL.

Le ragioni dello sciopero ci coinvolgono direttamente, sono tante e tutte ugualmente importanti. Prima fra tutte una riforma del fisco che restituisca a lavoratori dipendenti e pensionati una quota del reddito che viene costantemente eroso, in modo crescente e iniquo, dalla progressività delle imposte: la FLC si batte per stipulare contratti di lavoro adeguati alla difesa e crescita del potere d'acquisto delle retribuzioni, ma questo impegno rischia di essere poi vanificato da un prelievo fiscale sempre crescente.

Accanto a una forte politica contrattuale è perciò necessario ristabilire una tassazione equa e sostenibile.

Un secondo buon motivo ci interessa direttamente, perché riguarda l'intero sistema formativo e di ricerca italiano. I settori della conoscenza tutti sono al centro di un attacco violento da parte del Governo, che taglia l'occupazione, riduce l'offerta formativa e di ricerca, mortifica e marginalizza il ruolo e la funzione delle istituzioni, e, attraverso i tagli al finanziamento, le mette in condizioni di non poter gestire persino l'ordinaria amministrazione.

Non è solo in gioco la condizione professionale e retributiva di tutti coloro che operano nei nostri settori, ma la stessa sopravvivenza di un sistema pubblico della conoscenza.

Dalla scuola, all'università, all'AFAM, alla ricerca, alla formazione professionale, il nostro Paese rischia di non avere più un settore pubblico dell'istruzione al servizio di tutti i cittadini.

Abbiamo una sfida di fronte, quella di coniugare la difesa delle condizioni di lavoro e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, con una azione generale che riproponga la necessità strategica per il Paese di tornare a investire sulla conoscenza.

È per queste ragioni che la FLC chiede a tutti i lavoratori dei settori della conoscenza di aderire allo sciopero generale del 12 marzo.

Roma, 2 marzo 2010

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