Una maglietta rossa per la Birmania "In tutto il mondo, venerdì 28"
Un gesto di solidarietà a favore dei monaci buddisti e del popolo birmano
Una maglietta o un nastro rosso in sostegno della Birmania, è con questa parola d'ordine che si sta manifestando in tutto il mondo la solidarietà a favore dei monaci buddisti e del popolo birmano.
Anche il sindacato italiano, con il comunicato unitario di CGIL, CISL e UIL che pubblichiamo di seguito, ha espresso il suo sdegno e la durissima condanna per la repressione messa in atto dalla giunta militare contro tutti coloro che manifestano pacificamente da giorni, rivendicando democrazia, diritti umani e condizioni di vita dignitose.
Roma, 28 settembre 200
Cgil - Cisl - Uil
BIRMANIA: CGIL CISL E UIL CONTRO LA REPRESSIONE E PER LA DEMOCRAZIA
CGIL CISL UIL, nel ribadire la loro adesione alla manifestazione per la democrazia in Birmania indetta dal Sindaco di Roma, che si terrà alle ore 18.30 del 27 settembre in Campidoglio, esprimono il loro sdegno e durissima condanna per la brutale e sanguinosa repressionemessa in atto dalla giunta militare contro inermi monaci buddisti, lavoratori, studenti e cittadini che manifestano pacificamente da giorni per la democrazia, i diritti umani e per condizioni di vita dignitose.
Il sindacato italiano raccoglie l’appello del popolo, del sindacato e del governo birmano in esilio, perchéi governi riuniti nella Assemblea Generale dell’ONU superino le attuali resistenze derivanti da interessi economici e politici e adottino chiare misure per ottenere il ripristino in tempi rapidi della democrazia e della pace in Birmania.
Il sindacato italiano sostiene la richiesta del popolo birmano, ormai alla fame per le scelte dei militari, per l’adozione generalizzata di un embargo economico e commerciale, sino a quando la giunta non accetterà un tavolo di negoziato per la transizione alla democrazia, sotto l’egida del Segretario Generale ONU e con tutte le parti interessate, incluso la leader birmana Aung San Suu Kyi e le nazionalità etniche,e sino a quando tutti i prigionieri politici e sindacali e Aung San Suu Kyi non verranno liberati.
Il sindacato italiano sostiene le richieste del governo e del sindacato birmano in esilio perché il governo italiano adotti tutte le misure necessarie affinché le imprese italiane ed europee interrompano i rapportieconomici e le importazioni dalla Birmania, anche attraverso il rafforzamento della Posizione Comune Europea e includendo nella lista di imprese con cui è vietato fare affari anche quelle dei settori del legno, del gas e delle pietre preziose.
Infine, considerata l’inefficacia delle politiche sino ad ora adottate, il sindacato chiede che le istituzioni italiane e internazionali assumano le proprie decisioni, previa consultazione del governo in esilio e delle legittime organizzazioni democratiche.
Roma, 26 settembre 2007