Si svendono gli immobili degli enti previdenziali
Il governo non sa più cosa fare per sanare il deficit in cui ha fatto precipitare il bilancio dello stato.
Il governo non sa più cosa fare per sanare il deficit in cui ha fatto precipitare il bilancio dello stato.
Però sa benissimo cosa fare per danneggiare gli interessi dei lavoratori.
Con i DD.MM. del 15, 23 e 24 dicembre del 2004, ha pensato bene di dismettere i beni immobiliari degli enti previdenziali INPS, INAIL, INPDAP),cedendoli ad un fondo costituito da un consorzio di banche.Il danno, per la sola INAIL, ammonta a 145 milioni di euro alla firma della convenzione e a 487 milioni di euro fra dieci anni.I beni immobili sono una garanzia per i lavoratori che versano i contributi. Garanzia sulla effettiva possibilità di erogare, da parte degli enti, le relative prestazioni. Non avere più a disposizione gli immobili, in cui tra l’altro risiedono gli uffici, comporta una perdita di autonomia gestionale ed una conseguente dipendenza dal potere politico e dal governo.Non si tratta di una semplice cartolarizzazione, ma di una operazione che prepara, nel lungo periodo, anche una speculazione immobiliare nei centri storici.I ministri Maroni e Siniscalco hanno rifiutato qualsiasi incontro di confronto su questo argomento.La reazione a questi decreti ha visto, per il momento, una iniziativa di tipo legale, con un ricorso giurisdizionale al Tar del Lazio, da parte di singoli consiglieri dei CIV dei tre enti e dal CIV dell’INAIL in quanto tale, nonché da parte di lavoratori pensionati e lavoratori utenti.Ma l’iniziativa legale non può rimanere l’unica; anche una forte azione di opposizione politica va portata avanti, facendo di questo argomento uno dei contenuti dello sciopero generale del pubblico impiego del mese di marzo.
Roma, 23 febbraio 2005
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