Ripartiamo da Barbiana: una scuola con il tempo per pensare, per provare, per crescere
Nel cinquantesimo anniversario dell’esilio di don Milani
Cinquanta anni fa, don Lorenzo Milani veniva nominato priore della Chiesa di Sant’Andrea di Barbiana: un luogo isolato e una parrocchia di poche anime, appositamente scelti per mettere a tacere un prete scomodo e controcorrente.
Il giorno dopo il suo arrivo, aveva già raggruppato attorno a sé i pochi ragazzi delle famiglie contadine della zona e aveva cominciato a fare scuola.
La scuola come scelta di libertà e democrazia, e quella fedeltà senza tempo ai suoi ragazzi, hanno segnato la storia della scuola italiana e la storia di molti di noi. Da quella storia, da quell’esperienza ha preso grande forza la scuola democratica, nel nostro paese.
Cinquanta anni dopo torniamo, per la terza volta, ad invitarvi ad una marcia che non intende celebrare un rito né una ricorrenza, ma riaffermare il valore educativo e politico di Barbiana come proposta assolutamente moderna e quanto mai necessaria, oggi, per contrastare la deriva liberista, la crisi della democrazia partecipata, l’involuzione selettiva e autoritaria che sta subendo il nostro sistema scolastico, la diffusa crisi dei valori educativi di libertà e di senso critico.
Con Barbiana e con Lettera a una professoressa, il tempo pieno è diventato l’orizzonte pedagogico che conteneva contemporaneamente sia l’idea del rispetto dei bambini e dei ragazzi, sia l’idea del riscatto sociale. Don Milani, per primo in Italia, lanciò la sfida del tempo dei ragazzi come spazio di senso dentro e oltre la scuola, nella vita di tutti i giorni, nei valori per cui vale la pena crescere e diventare adulto. “...ai ragazzi ci vuole uno scopo, che sia alto, che valga la pena: dedicarsi agli altri...”.
Tutto questo rischia oggi di essere frantumato con le “riforme” scolastiche che altro non sono che il riconoscimento e l’accettazione, anche nelle norme di legge, di quella crisi di valori che il consumismo e il qualunquismo stanno diffondendo nelle famiglie e nella società.
Tutto questo intendiamo contrastare con ogni sforzo, con un impegno che non si ferma al mantenimento dei livelli acquisiti dal servizio scolastico ma che vuole andare più avanti, ripensando qualitativamente le forme e i significati di tutto il tempo della scuola e di tutto il tempo dei bambini e dei ragazzi.
Vogliamo immaginare bambini e ragazzi, famiglie e città, impegnate per un tempo scuola che realizzi davvero uno spazio adatto a pensare, a provare e a crescere
Il 16 maggio non sarà quindi solo una giornata di lotta, ma sarà anche una giornata di proposta e identità, di cui siamo orgogliosi. Ripartiremo ancora dalla scuola di Barbiana per dare più forza a quel vasto movimento di genitori, insegnanti, cittadini, enti locali, che non intendono perdere e che, anzi, vogliono sviluppare e ampliare le conquiste di democrazia e di libertà della scuola pubblica del nostro paese, per dare maggiore senso e valore all’educazione delle giovani generazioni, per ridare a loro il sogno di una vita adulta che merita di essere dignitosamente vissuta.
Roma, 25 marzo 2004
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Alessandro Bolognesi, Sindaco di Vicchio; Giuseppe Carovani, Sindaco di Cadenzano; Leonardo Domenici, Sindaco di Firenze; Michele Gesualdi, Presidente della Provincia di Firenze; Mauro Marconcini, Sindaco di Montespertoli; Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana.
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