Ricordando Massimo Rendina
Il comandante partigiano Max si è spento a Roma. Lascia a tutti noi la responsabilità della memoria.
Se ne stanno andando i protagonisti della Resistenza e della lotta di liberazione, i padri della nostra Repubblica. È la dura legge anagrafica.
Massimo Rendina è scomparso qualche giorno fa. Il comandante partigiano Max aveva 95 anni. I testimoni vanno via, ma lasciano a noi la responsabilità della memoria e agli studiosi l’onere della storia. Memoria e storia sono due campi di impegno e di lavoro di noi che operiamo nella conoscenza, soprattutto dei tanti che si occupano della formazione delle nuove generazioni, ormai così lontane da quelle vicende della nostra storia.
Eppure è anche grazie all’impegno e al sacrificio dei tanti Massimo Rendina se l’Italia e l’Europa sono oggi quel luogo di libertà e di rispetto della persona, di quei valori ai quali per nessuna cosa al mondo vorremmo rinunciare. Basti pensare a quanto sta accadendo in tanti posti del mondo dove l’oscurantismo e la barbarie stanno raggiungendo livelli inimmaginabili.
Per ricordare la figura di Massimo Rendina, non solo per ciò che fece 70 anni fa, ma anche per l’impegno civile che non lo ha mai abbandonato, ci piace riproporre un’intervista che alcuni anni fa rilasciò alla nostra rivista “Articolo 33”.
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