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Libia: FLC CGIL, far tacere immediatamente le armi e lasciare spazio all'azione diplomatica

È necessario fermare il massacro di civili da parte di Gheddafi, ma non può essere la guerra la soluzione.

21/03/2011
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La FLC CGIL sostiene la lotta del popolo libico per rivendicare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e civili.

I giovani, come già successo in Tunisia e in Egitto, sono i protagonisti della richiesta di libertà senza della quale non ci potrà mai essere un effettivo progresso sociale dei Paesi del mediterraneo.

Per queste ragioni i diritti umani e civili devono entrare a pieno titolo in ogni trattato internazionale quale condizione per affrontare le questioni dello sviluppo e della cooperazione.

Il massacro di civili da parte di Gheddafi, ricevuto con tutti gli onori e perfino osannato da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi, deve essere fermato ma non può essere la guerra la soluzione. I bombardamenti rischiano di colpire le popolazioni civili e alla fine determinano ostilità ed odio nei confronti dell'occidente perché producono solo morte e distruzione. Per mesi la comunità internazionale e l'Europa hanno esitato a raccogliere la domanda di aiuto da parte degli insorti libici. Si è passati direttamente all'azione militare senza prima aver deciso efficaci iniziative di deterrenza che costringessero Gheddafi ad arrestare il genocidio. La risoluzione dell'Onu per l'instaurazione della No Fly Zone non può essere interpretata come intervento militare ma deve costituire la condizione per assistere e difendere la popolazione civile anche attraverso una forza di interposizione di pace.

È necessario perciò far tacere immediatamente le armi ed aprire la strada all'azione diplomatica per riconsegnare al popolo libico il diritto alla piena sovranità sul futuro del proprio Paese e sul controllo delle fonti energetiche.

Il tema della pace non può essere mai cancellato perché la guerra non deve essere il modello di governo del mondo.

Tag: pace