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Le retribuzioni per l’indennità di trasferta dei pubblici dipendenti ritornano indietro di vent’anni

Il governo colpisce ancora i lavoratori della Scuola, dell’Università e della Ricerca

16/01/2006
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Come avevamo già denunciato in occasione della presentazione del disegno di legge sulla finanziaria 2006, la mannaia del Governo ha colpito tutti i pubblici dipendenti, compresi i lavoratori della scuola dell’università e della ricerca, comandati in missione fuori dall’ordinaria sede di servizio.

Con il comma 213 dell’art. 1 della finanziaria vengono infatti soppressi l’art. 1, comma primo, del DPR n. 513/1978 e l’art. 1, comma primo, della L. 417/1978 che prevedevano rispettivamente gli adeguamenti dell’indennità di trasferta del personale civile dello Stato non dirigente e dei dirigenti statali, dei docenti universitari, dei magistrati, degli avvocati, dei magistrati, e del personale appartenente alle forze armate in missione fuori dalla sede ordinaria di servizio.

Viene altresì abrogato l’art. 8 del decreto luogotenenziale del 7 giugno 1945, n. 320 secondo il quale l’indennità di trasferta veniva prevista anche per il personale dei ruoli centrali dello Stato in servizio presso uffici dello stato aventi sede fuori della Capitale.

Con la soppressione di questi articoli si ritorna indietro di vent’anni! Per le indennità di trasferta, infatti, vengono ripristinati i parametri previsti dalla legge 18 dicembre 1973. n. 836.

Con la soppressione del primo e secondo comma dell’art. 14 della L. 863/73 viene, inoltre, cancellata l’indennità supplementare pari al 10% delle spese di viaggio effettuati all’interno e all’estero a qualsiasi titolo..

Infine con il comma 214 dell’art. 1 della citata legge finanziaria, le disposizioni di cui al precedente comma 213 vengono estese anche a quelle amministrazioni, che per effetto di deroghe legislative e contrattuali, hanno adottato provvedimenti autonomi.

Le disposizioni sopra ricordate penalizzano ulteriormente Scuola, Università e Ricerca mettendo seriamente in discussione sia il loro funzionamento organizzativo che didattico.

Scuola, Università e Ricerca vengono così abbandonate al loro destino.

Nella scuola saranno inevitabilmente compromessi i viaggi di istruzione, gli spostamenti del personale, ivi compresi i dirigenti scolastici, tra sedi superiori a 10 chilometri, l’attività dei formatori, dei revisori dei conti e degli ispettori. A ben guardare è compromessa anche una parte dell’attività del personale docente, ata e dirigente in servizio all’estero che vede drasticamente ridotta la propria indennità di trasferta sia in occasione degli esami di maturità che di vigilanza e formazione.

Per l’Università e la Ricerca il taglio delle indennità di trasferta, unitamente al taglio dei fondi di finanziamento e alle spese per i convegni, limiterà drasticamente la attività scientifica.

E’ la conferma che per il Governo la possibilità di avere scambi con gli altri paesi per far conoscere la ricerca italiana è un inutile spreco.

Roma 16 gennaio 2006

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