26 marzo a Roma per acqua pubblica e contro nucleare
La Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'ONU per il 22 marzo, arriva quest'anno nel pieno del dibattito sul referendum. Sabato manifestazione nazionale a sostegno dei sì ai quesiti referendari che abrogano i processi di privatizzazione dei servizi idrici e contrastano il ritorno al nucleare.
Da www.cgil.it
Una piazza per l'acqua pubblica, contro il nucleare e per la democrazia. Sabato prossimo 26 marzo, la CGIL insieme al popolo dell'acqua tornerà in piazza a Roma per sostenere i sì ai referendum, che si terranno in primavera nel nostro Paese, a favore dell'acqua come bene comune e per contrastare i piani del Governo che vogliono riportare il nucleare in Italia. La CGIL con tutte le sue strutture, annuncia “saremo in campo per vincere e garantire l'acqua pubblica a tutti i cittadini italiani”.
La manifestazione partirà da Piazza della Repubblica alle ore 14 per concludersi in Piazza San Giovanni con il concerto degli artisti per l'acqua. "Siamo convinti - hanno dichiarato i promotori - che una vittoria dei sì ai referendum possano costituire una prima e fondamentale tappa, contro la privatizzazione dell'acqua e in difesa dei Beni Comuni. Per questo chiamiamo tutte le donne e gli uomini a partecipare ad una manifestazione aperta, allegra e plurale. E per dire che un’altra Italia è possibile".
Oltre un milione e quattrocentomila cittadini hanno sottoscritto, tra aprile e luglio 2010, i referendum contro la riforma del servizio idrico, approvata dal Governo circa un anno fa, che prevede la privatizzazione della gestione dell'acqua. Dopo il sì, arrivato il 12 gennaio scorso, dalla Consulta a due dei tre quesiti referendari presentati per la ripubblicizzazione dei servizi idrici, la campagna referendaria è entrata nel vivo. Due i quesiti da votare: con il primo si chiede l'eliminazione dell'articolo 23 bis della legge 133/2008 (nota come 'decreto Ronchi'), relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese; Con il secondo quesito referendario, invece, si propone l'abrogazione dell'articolo 154 del Decreto Legislativo 152/2006 (il cosiddetto Codice dell'Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 in base alla quale la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito, che consente cioè al gestore di ricavare parte dei propri profitti dalla bolletta dei cittadini. Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il 'cavallo di Troia' che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull'acqua.
Alla battaglia contro la privatizzazione dei servizi idrici si unirà sabato quella contro il nucleare, altro tema, al centro dei referendum che presumibilmente si terranno a giugno. "La nostra scelta di contrastare il piano sull'energia del Governo - aveva dichiarato qualche giorno fa la CGIL - è antecedente alla tragedia in corso in Giappone ed è conseguente ad un giudizio di merito sul piano stesso". Un piano che secondo la Confederazione deve essere immediatamente ritirato, per lasciare spazio ad una vera discussione sulla politica energetica del paese che non abbia nel suo orizzonte il nucleare, ma il risparmio energetico e le fonti rinnovabili. In piazza quindi anche i comitati antinucleari, che invitano a mobilitarsi e partecipare alla manifestazione di sabato prossimo. "Mobilitiamoci tutte e tutti da ogni parte d’Italia, riempiamo le strade e le piazze di Roma con i colori della vita contro le scelte di morte. Perché solo la partecipazione è libertà, solo la condivisione è speranza di futuro" hanno dichiarato i promotori.