G20 sull’Istruzione: stabiliti alcuni principi fondamentali ma ancora molti punti critici
La FLC CGIL ribadisce e ottiene il riconoscimento del valore dell’Istruzione come bene comune.
Il 22 giugno 2021, a Catania, ma in forma mista, si è tenuta la riunione Ministeriale G20 sull’Istruzione, con la partecipazione di tutti i ministri dell’Istruzione dei vari paesi. Importanti le dichiarazioni finali e soprattutto i documenti prodotti che riportano in maniera ufficiale e dettagliata le posizioni assunte.
La Dichiarazione dei Ministri dell’Istruzione riconosce il ruolo fondamentale dell’Istruzione per la crescita personale e inclusiva e la sua centralità nelle agende politiche per la definizione delle strategie di uscita dalla crisi pandemica. E individua la conoscenza come uno strumento per promuovere uno sviluppo sostenibile e una cittadinanza attiva.
Allo stesso modo riconosce come insostituibile l’istruzione in presenza fornita dalle scuole, pur sottolineando la necessità di utilizzare la didattica mista o a distanza per mantenere la continuità didattica.
Rispetto alla rivoluzione tecnologica che ha investito i sistemi dell’Istruzione, i Ministri affermano la necessità di un’istruzione specifica per l’uso delle tecnologie e ribadiscono la preminenza delle legislazioni rispetto alle azioni delle grandi compagnie ED Tech internazionali.
La Dichiarazione congiunta dei Ministri del Lavoro e dell’Istruzione, invece, risulta molto più problematica, in quanto quella dimensione della conoscenza legata alla crescita individuale e collettiva viene immediatamente collegata al mondo del lavoro, addirittura, utilizzando un ritrito argomento, immaginando iniziative che possano ridurre il cosiddetto disallineamento (mismatch) tra le competenze fornite dal sistema dell’istruzione e quelle invece che sarebbero richieste dal mercato del lavoro.
Importantissimo qui però è il riferimento a un lavoro di qualità, quindi con tutti i diritti inerenti, e il coinvolgimento dei sindacati, tra le altre parti sociali, rispetto alle politiche sull’apprendistato e sul rapporto scuola lavoro. E non da ultimo l’impegno dei singoli Stati nazionali nelle strategie di ripresa economica e sociale promuovano “l’inclusione, le pari opportunità, l’istruzione di qualità”.
Non piccolo (e non facile) è stato il contributo dei sindacati italiani, a livello congiunto tra confederazioni e categoria della conoscenza, che ha portato alla redazione di un documento collettivo incluso negli atti ufficiali della riunione del G20 Education. Il documento esprime con grande chiarezza il ruolo dell’Istruzione come bene pubblico e la sua funzione primaria: “universalmente accessibile, libera, ispirata ai valori della democrazia e dell’uguaglianza e fondamento della realizzazione di tutti gli altri diritti”. Fondamentale è ‘lo sviluppo integrale della persona’, che deve essere in grado di avere le competenze e le abilità necessarie nel XXI secolo e la possibilità materiale di usarle. Il personale di tutto il sistema dell’istruzione ha allora un ruolo determinante e deve essere coinvolte, attraverso i sindacati che lo rappresentano, nella costruzione delle politiche ad ogni livello, territoriale, regionale e nazionale.
Per La FLC CGIL, il sistema della produzione e della trasmissione della conoscenza è stato decisivo per l’individuazione delle soluzioni scientifiche e per la gestione sociale, economica e umana della crisi pandemica. L’incremento delle dotazioni finanziarie, con una prospettiva di lungo termine per gli obiettivi scientifici, didattici e per le forme di lavoro, sono una necessità ormai impellente.
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