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All’esame degli uffici tecnici del Ministero lo schema del DPCM sulla nuova istruzione tecnica superiore

Dopo l’esame in Conferenza Unificata, il MPI in questi giorni sta apportando le modifiche al DPCM per l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri a breve.

17/01/2008
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In dirittura d’arrivo il DPCM che andrà a regolamentare la nuova istruzione tecnica superiore. Dopo l’incontro avuto con le organizzazioni sindacali e il confronto con le regioni in Conferenza Unificata, i Ministero della Pubblica Istruzione, in sede tecnica, sta apportando alcune modifiche al DPCM per poterlo poi far approvare a breve termine dal Consiglio dei Ministri.

Lo schema contiene le linee guida per la riorganizzazione degli IFTS e la costruzione degli Istituti Tecnici superiori (ITS) così come previsto dalla legge 296/06 art. 1 comma 631 e dalla legge 40/07 art. 13.

Sembrano chiariti alcuni punti anche sulla base delle nostre osservazioni:

  • Si potrà accedere ai corsi ITS con il diploma superiore.

  • Il diploma di tecnico superiore sarà equiparato al quarto livello della classificazione comunitaria delle certificazioni.

  • La durata dei corsi sarà di quattro bimestri per un monte ore complessivo di almeno 1800/2000 ore.

  • Piani territoriali: le tipologie d’intervento, adottate con piano triennale, sono formulate sulla base di confronto con le parti sociali con riferimento ai piani di programmazione e sviluppo economico dei territori.

  • La ripartizione delle risorse tra livello nazionale e regionale è alla base della programmazione dell’offerta formativa in funzione anche delle priorità di programmazione economica.

Nonostante si siano chiariti i sopracitati punti, ne restano altri alquanto critici che auspichiamo siano modificati in questa ultima fase:

  • Restano ancora non chiariti il tipo di reclutamento del personale impegnato nelle attività e la regolamentazione delle condizioni di lavoro.

  • L’accesso è consentito anche ai sensi del decreto legislativo 226/05, che però non è ancora operativo (essendo stato sospeso) e ha avuto modifiche proprio in quelle parti a cui si fa riferimento.

  • Con la previsione che tra i soggetti fondatori degli ITS deve essere presente una impresa del settore produttivo cui si riferisce l’istituto tecnico superiore, viene esclusa l’associazionismo delle imprese. In tal modo si creeranno non pochi problemi su alcuni territori. La presenza di micro-imprese e una condizione così restrittiva sicuramente accentuerà quella disomogeneità territoriale rispetto alla presenza di quest’offerta formativa che avevamo rilevato come rischio da evitare già dalla prima ipotesi di DPCM.

  • Resta ancora poco chiaro il ruolo delle regioni rispetto ai poli formativi e alle associazioni di scopo che negli anni si sono formati e alla loro trasmigrazione negli ITS.

Roma, 17 gennaio 2008

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