Accordo tra regioni e province autonome sui percorsi sperimentali triennali
Riconoscimento reciproco dei titoli in uscita
Nei giorni scorsi è stato sancito un accordo tra Regioni e Province autonome, che alleghiamo, per il riconoscimento reciproco di titoli in uscita dai percorsi sperimentali triennali in attuazione dell’accordo quadro del 19 giugno 2003.
In questo modo le Regioni e le province autonome tentano di superare “la frammentazione istituzionale che ha caratterizzato fino ad oggi il nostro Paese”, per garantire ai giovani che hanno intrapreso questo percorso formativo il riconoscimento in tutto il Paese delle competenze acquisite, salvaguardando l’unitarietà del sistema educativo.
Nel documento si ribadisce la fase sperimentale dei percorsi triennali, sulla base dell’accordo di definizione degli standard minimi del 15 gennaio 2004 si conviene di utilizzare ai fini del riconoscimento reciproco dei titoli i dispositivi approvati con l’accordo del 28 ottobre 2004 per la certificazione finale ed intermedia e il riconoscimento dei crediti formativi.
La FLC già in precedenza aveva dichiarato la contrarietà rispetto alla frammentazione dei protocolli d’intesa da cui scaturiva un’offerta formativa molto differenziata tra regione e regione e ad una genericità nel riconoscimento delle competenze. Con questa intesa Regioni e Province autonome non fanno altro che riconoscere reciprocamente gli standard di competenze che difficilmente, al contrario di quanto concordato, potranno essere riconosciuti in riferimento alla futura declinazione europea dei livelli EQF(ancora non sono stati definiti, si sa solo che in ogni livello saranno riconosciuti conoscenza, abilità, competenze descritte come risultati conseguiti sul piano personale e professionale)
Quello che maggiormente colpisce di questa intesa è la decisione di considerare questi corsi equivalenti ad un corso triennale IPS: si scavalcano tutte le normative dello Stato ed autonomamente le Regioni decidono di riconoscere reciprocamente corsi sperimentali, strettamente legati alle specificità regionali, equivalenti ad un corso istituzionale definito in modo unitario dallo Stato! (devolution?).
Molto più semplicemente i nostri giovani si troveranno, dopo aver intrapreso questo percorso, con un titolo si riconosciuto in tutte le Regioni, ma non dallo Stato. Un titolo poco spendibile,perché proveniente da una miriade di intese diverse, un percorso formativo riconosciuto solo nella forma ma non nei contenuti.
Per la FLC, lo ribadiamo, il diritto all’istruzione e alla formazione è un diritto inalienabile di ogni quattordicenne, ma questo diritto deve essere realizzato in percorsi unitari con una impostazione di base orientante.
In questi giorni, con l’imminente scadenza delle iscrizioni, questo accordo contribuisce maggiormente a creare caos nelle famiglie che devono scegliere il futuro formativo dei propri figli, illudendole di una ulteriore alternativa: un percorso triennale con titolo finale riconosciuto in tutte le Regioni,ma non dallo Stato, la cui genericità difficilmente ne permetterà la spendibilità.
E’ l’ennesimo attacco al valore legale del titolo di studio!
Roma, 17 gennaio 2006
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