Yemen: fermare il bagno di sangue
Appello dell’Internazionale dell’Educazione contro al repressione nello Yemen
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L’Internazionale dell’Educazione ha lanciato un appello affinché si ponga fine al bagno di sangue nello Yemen dove pacifiche proteste popolari vengono quotidianamente represse nel sangue. Si parla di 120 morti e 5.000 feriti da quando la protesta è iniziata sull’onda degli analoghi movimenti tunisino e egiziano.
E la cosa riguarda particolarmente insegnanti, studenti e sindacalisti che ormai sono stati uccisi a decine.
Secondo al sindacato degli insegnanti yemeniti YTS almeno 20 insegnanti sono già stati uccisi a Sanaa e in altra città del paese. L’Internazionale fa i nomi di Murad Abdalhak Alouraqi, Abdullah amed Alhumaikani, Ali Amhed Alfalahi, Muhamed Hussien Althalaya, Naji Musleh Naam, Awad Alsarihi.. Inoltre molti attivisti, giovani e donne, sono stati arrestati.
L’Internazionale ha allertato alcuni organismi internazionali come l’ILO, l’Unesco e il Segretariato Speciale per Bambini e Conflitti Armati e ha invitato i sindacati aderenti a dare visibilità alla situazione e ad inviare richieste volte a fermare il bagno di sangue al Presidente della Repubblica dello Yemen e al Ministro yemenita dei Diritti Umani (sic!).
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