WTO. La delegazione FLC. Resoconto di un seminario sui servizi pubblici
Sesta conferenza ministeriale di Hong Kong
La Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil è presente ai lavori del WTO per il rilievo che essi hanno in termini generali e per quanto riguarda i temi dell’istruzione, dell’università e dei servizi.
Sono presenti ad Hong Kong da domenica 11 dicembre, e lo saranno fino al 18 dicembre, Gabriella Giorgetti, che ha la responsabilità delle relazioni internazionali e che relazionerà sui GATTS ad un importante seminario organizzato dal sindacato canadese che si terrà sabato 17, ed il Segretario generale Enrico Panini.
L’attività della delegazione della Cgil è particolarmente intensa fra riunioni con alter delegazioni, partecipazione a conferenze stampa, ascolto degli interventi in plenaria, riunioni con le organizzazioni non governative, ecc..
Il quadro che emerge è molto preoccupante circa i possibili esiti del negoziato.
Si tratta di temi che devono ormai essere seguiti con grande attenzione ed in una scala anche mondiale perchè in queste occasioni si giocano partite che hanno conseguenze rilevanti su miliardi di persone.
In questo senso il confine di un Paese per la conoscenza è ormai troppo stretto ma, contemporaneamente, sarebbe inaccettabile che la conoscenza venisse equiparata ad una merce.
Nella giornata di ieri si è svolta una importante iniziativa sui servizi che di seguito illustriamo.
La commercializzazione dei servizi costituisce uno dei punti di maggiore interesse dei paesi industrializzati, soprattutto per l’Unione Europea in cui i servizi rappresentano il 70% della propria economia. Nonostante le pressioni esercitate, su questo punto il testo d’ingresso alla conferenza ministeriale del WTO non ha trovato il consenso della maggior parte dei paesi membri. I principali punti di preoccupazione sono quelli relativi alla commercializzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni essenziali, all’obbligatorietà dei governi di aprire tali settori alla concorrenza, alla definizione di target qualitativi e al movimento temporaneo delle persone attraverso le frontiere.
Preoccupazioni ribadite nel seminario organizzato da Solidar e dal Global progressive Forum, insieme con i sindacati internazionali, dove relatori provenienti da paesi sia industrializzati sia in via di sviluppo hanno messo in evidenza come la mercificazione dei servizi essenziali abbia conseguenze pesanti non solo sulle condizioni di vita delle persone, ma anche sulla qualità dei servizi stessi.
Negli Stati uniti 40milioni di persone sono prive di assistenza sanitaria per la scarsa presenza del settore pubblico, la privatizzazione dell’acqua in molti paesi Africani ha portato alla levitazione dei prezzi e all’assenza d’investimenti per potenziare e migliorare il servizio, in Inghilterra la privatizzazione delle ferrovie ha causato un vero crollo nella qualità del servizio.
Per tutti i relatori non si tratta di criminalizzare il commercio, ma di garantire la sovranità degli Stati per quanto riguarda la definizione di quali settori aprire al commercio e con quali regole.
Netto il no del movimento sindacale alla privatizzazione di servizi d’interesse universale. Di conseguenza, si chiede di modificare profondamente il testo sui GATS, prevedendo:
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L’esclusione da tutti i futuri negoziati GATS i servizi pubblici, in primis l’istruzione, la sanità e I servizi d’interesse primario come il servizio postale e le telecomunicazioni
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L’inclusione di una clausola esplicita che consenta ai governi di ritirarsi o di ridurre i propri impegni GATS, senza che ciò rischi di dar luogo ad impugnazioni
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L’esplicitazione che l’esercizio dell’autorità di governo consente ai paesi membri di mantenere i propri servizi pubblici senza incorrere in minacce di ricorsi
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L’eliminazione di qualsiasi target, lasciando ad ogni governo la libertà di regolamentare i propri settori
Roma, 16 dicembre 2005
Servizi e comunicazioni
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