Unione europea. Un primo successo nella campagna contro la privatizzazione dell’educazione
Europa, luglio 2004
Unione europea. Un primo successo nella campagna contro la privatizzazione dell’educazione
Nel corso dei negoziati intergovernativi sul nuovo Trattato Costituzionale, l’ETUCE (il sindacato europeo dell’educazione) ha fatto pressioni affinché l’educazione fosse esclusa dalle competenze dell’Unione Europea all’interno delle politiche commerciali comuni o, in via secondaria, fosse necessario il voto unanime del Consiglio per qualsiasi decisione relativa alla commercializzazione dei servizi.
La Presidenza Irlandese ha presentato a questo proposito due emendamenti. Il primo assicurava che sulla specifica area dei servizi fossero applicate, per l’adozione di accordi commerciali esterni, le stesse regole vigenti nelle legislazioni interne.
Il secondo emendamento, presentato nell’ultima settimana dei negoziati e successivamente inserito nel testo finale del Trattato, contiene misure specifiche per salvaguardare i sistemi pubblici d’istruzione dalla liberalizzazione dei servizi pubblici e va, in qualche modo, incontro alle richieste avanzate dalla Etuce.
Di fatto, il testo finale include misure per proteggere il diritto degli Stati Membri a decidere autonomamente se e a quale estensione aprire i servizi educativi alla commercializzazione. E’ stato, inoltre, introdotto il voto unanime nel caso in cui si ritenga che un accordo “ turbi seriamente” la responsabilità degli Stati Membri a fornire servizi educativi. Altrimenti, gli accordi commerciali, in questa area, saranno firmati secondo la maggioranza qualificata all’interno del Consiglio Europeo.( La bozza di Trattato prevedeva la votazione a maggioranza qualificata su qualsiasi accordo relativo alla commercializzazione dell’educazione).
Se da un lato tale modifica introduce dei miglioramenti rispetto alla bozza, dall'altro esistono ancora, secondo l’Etuce, motivi di preoccupazione relativamente al grado di possibili interpretazioni del testo così modificato.
Specificatamente, l’articolo III-217 del Trattato sulle Politiche commerciali comuni dell’Unione Europea prevede che gli accordi sulla commercializzazione nei settori dei servizi sociali, educativi e della salutedovranno essere decisi a voto unanime dal Consiglio nel caso in cui tali accordi “ rischino seriamente di turbare le organizzazioni nazionali di tali servizi e di pregiudicare la responsabilità su di essi degli Stati Membri”. Rimane, dunque, aperta la questione di quando e in che modo un accordo possa produrre gli effetti sopra dichiarati.
Roma, 13 luglio 2004