Un buon accordo per il pubblico impiego.
Spagna, Gennaio 2003
Gennaio
Un buon accordo per il pubblico impiego. - Dopo un intenso negoziato iniziato nel settembre scorso, il 13 novembre 2002 Ministero della Funzione Pubblica e le organizzazioni sindacali spagnole hanno siglato un accordo per il miglioramento dell’Amministrazione Pubblica. Innanzitutto si tratta del primo accordo in cui il Governo è costretto ad assumere le proprie competenze e responsabilità verso tutti gli impiegati pubblici delle tre amministrazioni: statale, autonoma e municipale. Finora, infatti, la negoziazione collettiva avveniva solo per l’Amministrazione Generale dello Stato, stante il rifiuto del governo ad estenderne l’applicazione al resto degli impiegati pubblici.
Nello specifico l’accordo prevede che per l’anno 2003 le retribuzioni di tutti gli impiegati del settore pubblico siano incrementate del 2%, a tutti i livelli retributivi. Si tratta di una rottura rispetto alla politica salariale portata avanti finora dal Governo spagnolo. Infatti, per la prima volta dal 1996, il pubblico impiego ottiene aumenti salariali allineati con le previsioni per l’anno 2003 e 2004 dell’indice dei prezzi al consumo e viene frenata la continua erosione del potere d’acquisto dei salari. Lo 0.48% delle risorse sarà destinato ad un fondo di circa 25 milioni di euro, per la creazione di un fondo pensione, al fine di migliorare il livello delle pensioni.
Inoltre, si è acquisita la revisione della pianta organica attraverso l’assunzione in ruolo di personale pari all’8% della pianta organica (circa 350.000 posti di lavoro), cosa che consentirà una riduzione del lavoro precario nelle diverse amministrazioni che, attualmente, supera il 22%. Si definisce, infine, un orario massimo di 37,5 ore giornaliere.
Per le CC.OO si tratta di un buon accordo che può costituire la base per l’acquisizione di ulteriori rivendicazioni: un quadro certo di contrattazione collettiva per tutto il pubblico impiego, la riduzione a 35 ore della giornata lavorativa e il recupero totale del potere d’acquisto dei salari.