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Turchia: attacco alla libertà d’insegnamento

Sospesi 15.200 insegnanti delle scuole pubbliche e revocata la licenza a oltre 21.000 docenti delle scuole private.

19/07/2016
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A gennaio 2016 più di 1.000 docenti universitari avevano firmato un appello lanciato dal gruppo “Accademici per la pace” con il titolo “Noi non saremo parte di questo crimine” e chiedendo al governo turco di fermare i “massacri” contro il Pkk nel sud-est a maggioranza curda e il solo intervento del governo turco era stato l’arresto di 12 docenti, dopo avere addirittura effettuato dei veri e propri raid nelle rispettive abitazioni.

All’inizio di luglio 2016, Egitim-Sen, il sindacato nazionale del settore della conoscenza, aveva pubblicamente denunciato le indagini che il Consiglio Superiore dell’Università aveva iniziato su 453 docenti delle università pubbliche e 63 delle università private. Di 25 di questi docenti (dei quali ben 15 aderenti al sindacato) il consiglio aveva iniziato le procedure che avrebbero potuto portare all’espulsione immediata dai ranghi della docenza. Egitim-Sen aveva invocato l’aiuto della comunità internazionale e in particolare degli altri sindacati europei, ottenendo il rinvio sine die dell’indagine.

Dopo il tentativo di colpo di stato – ancora tutto da chiarire –, la politica repressiva del governo si è abbattuta su dipendenti pubblici, poliziotti, giudici, procuratori, imam, fino a sospendere 15.200 insegnanti delle scuole pubbliche, a revocare la licenza a 21.000 docenti di istituzioni private e chiedere le dimissioni di tutti i rettori di università pubbliche e private, con l’accusa di essere tutti legati al ‘FETO’, movimento islamista moderato che fa riferimento a Fethullah Gülen, da anni in ‘esilio volontario’ negli Stati Uniti. Il Ministero dell’Istruzione, in un comunicato ufficiale, ha addirittura annunciato che tutto il personale di tutte le istituzioni educative è sotto controllo approfondito. Una epurazione senza mezzi termini.

La FLC CGIL auspica che l’appartenenza della Turchia alla comunità dei paesi democratici possa rappresentare il punto di difesa di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori della conoscenza coinvolti. Le procedure democratiche, il rispetto dei diritti umani, i principi di pace e convivenza diano la forma a ogni azione del governo turco. I sindacati italiani e europei sono pronti a mettere in atto ogni forma di azione volta a garantire la difesa della legalità e della giustizia, ovunque siano messe in pericolo nel mondo.

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