Slovenia. Il 7° congresso del sindacato SVIZ
L’unità sindacale per contrastare le politiche neoliberali del governo di centro destra e rafforzare il dialogo sociale.
Il settimo congresso del sindacato SVIZ, che rappresenta i lavoratori del settore scuola, università e ricerca e costituisce, con i suoi 139.000 iscritti, il maggior sindacato dell’educazione sloveno, è stato caratterizzato da un forte richiamo alla cooperazione tra le diverse sigle sindacali confederali e di categoria. Di fronte, infatti, ad una frammentazione sindacale eccessiva in un paese grande come la Lombardia – sono presenti sette confederazioni e una miriade di piccoli sindacati di categoria – è facile per un governo, già poco incline al dialogo sociale, giocare sulla divisione sindacale per far passare le proprie politiche neo liberali. Per questi motivi il segretario generale dello SVIZ ha proposto un patto di alleanza tra le tre confederazioni più rappresentative, tra cui quella del pubblico impiego, di cui lo stesso SVIZ fa parte, per definire una piattaforma alternativa alle politiche di privatizzazione e per obbligare il governo a riaprire il confronto coi sindacati e il dialogo sociale. Per quanto riguarda il settore educazione i problemi più acuti riguardano l’aumento del carico di lavoro e dei numeri di alunni per classe, l’incremento dei finanziamenti alle scuole private e la riduzione del ruolo dei sindacati nelle commissioni per la nomina dei dirigenti scolastici e dei direttori degli enti di ricerca. Sono già in programma giornate di sciopero nel mese di gennaio, in assenza di risposte positive da parte del governo. Nell’intervento di saluto, la delegazione della FLC ha ricordato la cooperazione in atto con i sindacati dei Balcani e l’importanza di creare un forte sindacato europeo per contrastare le politiche neoliberali in atto. Al congresso erano presenti anche i tre sindacati dell’educazione Croati reduci da due giornate di sciopero che si sono concluse con un accordo in base al quale sono stati garantiti gli aumenti salariali per il prossimo quinquennio.
Roma, 4 dicembre 2006
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