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Per i sindacati europei la liberalizzazione dei servizi pubblici è un pericolo per il nostro modello sociale

A Bruxelles ci si confronta sugli accordi commerciali TTIP, CETA e TISA.

14/01/2015
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Più di 100 sindacalisti rappresentanti dei sindacati del settore pubblico provenienti da oltre 25 paesi europei si riuniranno a Vienna per discutere del TTIP, del CETA e del TISA  il 15 e il 16 gennaio 2015.

L’EPSU (la Federazione europea dei sindacati dei pubblici servizi) e l’ETUCE (la Federazione europea dei sindacati della conoscenza) con AK (la camera del Lavoro austriaca) e ÖGB (la federazione austriaca dei sindacati) organizzano un incontro importante sul possibile impatto dei negoziati commerciali in corso sui servizi pubblici e come affrontare la liberalizzazione dei servizi pubblici.

“I governi dovrebbero concentrarsi sugli obiettivi e le azioni per mantenere e migliorare l'accesso di tutte le persone alla salute, all’istruzione e agli altri servizi pubblici di alta qualità e non sui processi di liberalizzazione. Non si deve permettere a CETA, TTIP e TiSA di mandare in rovina i servizi pubblici laddove esistono e impedire il loro sviluppo laddove ancora non esistono", hanno dichiarato Willem Goudriaan, Segretario Generale EPSU e Martin Rømer, direttore europeo ETUCE.

Tutti i cittadini beneficiano di servizi pubblici basati sulla solidarietà. In un contesto di crescente disuguaglianza tra e nei paesi, i servizi pubblici sono ancora più importanti. I servizi pubblici si fondano sui principi e i valori di universalità, accessibilità, controllo democratico, continuità e uguaglianza come stabilito nel Protocollo dei Servizi di Interesse Generale firmato da tutti gli Stati membri dell'UE. I servizi pubblici sono fondamentali per favorire lo sviluppo economico e sociale e la coesione, le pari opportunità, la creazione di posti di lavoro, nonché l'equa distribuzione del reddito e della ricchezza. Una regolamentazione è fondamentale per impedire la commercializzazione porta a scegliere in maniera selettiva e a un servizio a due livelli, per proteggere i cittadini da informazioni fuorvianti, e al fine di garantire obiettivi a lungo termine. Sia che si tratti di requisiti di licenza, di regimi di autorizzazione, di requisiti per le qualifiche professionali, delle misure di pianificazione, del controllo dei prezzi o della libertà di obblighi di informazione, tutti questi non possono essere considerati solo 'ostacoli agli scambi'! Il processo decisionale democratico non è un ostacolo agli scambi.

EPSU e ETUCE hanno per molti anni, chiesto un programma UE positivo per i servizi pubblici come parte delle richieste per l'Europa sociale. Il Trattato UE e la Carta dei diritti fondamentali prevedono il diritto di accesso ai servizi pubblici. Tuttavia l'Unione europea deve ancora dare corpo al servizio pubblico che supporta.

EPSU e ETUCE sottolineano l'importanza della flessibilità e reversibilità delle politiche in materia di servizi pubblici, così come dell'obiettivo della stessa UE, che è quello di essere un "economia sociale di mercato". Oggi vediamo la rimunicipalizzazione, per esempio, dell’acqua e dell’energia, e che sempre più prove indicano l'efficienza, così come il valore morale, dei servizi pubblici. Gli accordi commerciali non devono diventare un ostacolo.