Manifestazioni per le pensioni.
Argentina, Febbraio 2003
Febbraio
Manifestazioni per le pensioni. Almeno 500.000 persone hanno complessivamente partecipato alle manifestazioni che si sono tenute in diverse città francesi il 1° febbraio contro i progetti di modificazione del regime pensionistico in vigore. 50.000 persone hanno partecipato al corteo di Parigi, nonostante una tempesta di neve e lo sciopero delle metropolitane suburbane. 50.000 manifestanti anche a Marsiglia, 20.000 a Bordeaux e a Lione, 25.000 a Tolosa e a Rennes, 10.000 a St. Etienne. Il grosso dei cortei era formato dai lavoratori del pubblico impiego e della scuola che vedono messo in discussione il diritto ad andare in pensione dopo 37 anni e mezzo ( contro i 40 degli altri settori). La manifestazione era organizzata praticamente da tutti i principali sindacati (Cgt, Cfdt, Fo, Unsa, Fsu), i cui dirigenti si sono detti soddisfatti delle mobilitazioni.
Elezioni professionali tra gli aiuto-educatori. Gli aiuto- educatori, i 60.000 precari francesi assunti a contratto per attività di vigilanza supplenza animazione e laboratorio, sono oggi nell’occhi del ciclone visto che l’attuale governo ne prevede la graduale scomparsa mediante il mancato rinnovo dei contratti quinquennali. Naturale che le loro elezioni professionale acquistassero in questo contesto particolare importanza. Anche tra loro come tra gli insegnanti il sindacato più forte è la Fsu col 50,5% (+ 7,5%). Seguono Unsa col 19,2%, Fo col 15.7%, Cfdt col 8,1% e Cgt col 6,5%.
Crisi delle vocazioni educative. Gli aspiranti all’insegnamento nella scuola secondaria francese sono quest’anno il 7% in meno dello scorso anno. Al contrario per la scuola primaria sono il 16% in più. Si pensa che tale crisi delle vocazioni sia determinata dalla paura di istituti difficili (la Francia è in testa alle graduatorie europee in tema di violenza scolastica) e lontani (nella scuola secondaria l’organico è nazionale, mentre nella primaria è regionale). Il ministero minimizza su questa situazione dato che vi sono comunque cinque aspiranti per ogni posto disponibile. Tuttavia resta il problema di un turn-over del 40% del corpo docente che, come in tutti i paesi europei (Italia compresa), è previsto da qui al 2010. Il governo precedente aveva previsto una campagna pubblicitaria a favore della scuola e corsi di formazione appositi per incentivare gli aspiranti, ma l’attuale governo trova tutto ciò troppo costoso e pensa che il gioco non valga la candela almeno fino al 2007.