La FLC Cgil a Berlino per la costituzione del “Comitato 9 marzo per il diritto alla lingua nazionale e alla non-discriminazione linguistica
La FLC Cgil a Berlino per la difesa dei principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea, adottata nel 2000, e della Convenzione Universale sulla Diversità Culturale, adottata nell’ottobre 2005 dall’UNESCO.
In Italia, come in molti altri paesi, stiamo assistendo al deterioramento progressivo della lingua nazionale. Gli stessi uomini politici lanciano messaggi in lingua inglese con la presunzione che tutti siano in grado di capirli.
I care, The Question Time, la Legge sulla Privacy, il Welfare, e i nuovi ingressi come Stalking o Democratic Party sono esempi significativi che, insieme a certe espressioni stereotipate proposte dalla televisione, contribuiscono ad impoverire irrimediabilmente la lingua italiana.
Secondo una ricerca di alcuni anni fa, la pubblicità è sempre più proposta in inglese anche se i messaggi in lingua inglese, meglio dire in inglese “gergale”, sono comprensibili ad un misero 6,5% degli europei. Ne dobbiamo quindi dedurre che non è la comprensione del messaggio che interessa, ma gli affari che ruotano intorno all’utilizzazione di questa lingua, i miliardi di euro che entrano nelle tasche degli Inglesi e che escono da quelle delle cittadine e dei cittadini europei. Si veda la ricerca di Aron Lukacs.
Pensare ad intensificare la lingua inglese, come ha deciso la Ministra Gelmini, togliendo ore assegnate alla seconda lingua comunitaria e dando di conseguenza lo stesso numero di ore alla lingua italiana e alla lingua inglese non ci pare essere una iniziativa che possa iscriversi nella ricerca a favore della non discriminazione linguistica e della tutela della diversità culturale.
Il vero problema è che la difesa della lingua nazionale è trattata con superficialità dalla stampa e si perpetua nella totale indifferenza di certi formatori e soprattutto della politica.
L’idea che si è voluto diffondere sulla necessità di una lingua inglese “universale” è molto più pericolosa di quanto potremmo pensare. La storia ci dovrebbe insegnare ad evitare di commettere gli stessi errori. Dovrebbe.
Il pericolo d’estinzione delle lingue etniche propone, di nuovo, ciò che è avvenuto con il latino e la distruzione delle culture antiche, ivi compresa la cultura etrusca, e costituisce, a nostro parere, una grave minaccia per l’umanità.
Sempre di più i linguisti denunciano questo rischio a un mondo ancora sordo, consapevoli che la scomparsa degli idiomi nazionali non può che provocare la scomparsa delle diverse identità. D’altronde se una lingua scompare non sono soltanto le parole che scompaiono ma, con questa lingua, anche le cose ed i sentimenti che rappresenta. In questo modo, un giorno dopo l’altro, anche la facoltà di pensare si affievolisce lasciando il posto ad una vera decadenza intellettuale.
E un popolo che rinuncia alla sua lingua rinuncia alla sua anima.
Così nel mondo della globalizzazione, i popoli numericamente più piccoli, anche se ricchi di storia e di cultura, rischiano di soccombere e di essere seppelliti e cancellati per sempre.
La difesa della lingua nazionale, il suo utilizzo e la sua evoluzione e creazione continua sono quindi indispensabili affinché un popolo continui ad esistere.
La FLC Cgil intende dunque impegnarsi nella difesa della lingua di Dante e nel promuovere il plurilinguismo in Europa, due posizioni che non sono per nulla in contrasto ma, al contrario, complementari.
Ogni lingua costituisce un certo modello dell’universo, un sistema semiotico di comprensione del mondo e se abbiamo 4000 modi differenti per descrivere questo mondo, dobbiamo fare di questa diversità una ricchezza universale. Bisognerà quindi imparare a massimizzare questa ricchezza naturale ed i suoi effetti positivi e provare ad allontanare l’idea che la pluralità linguistica è un dramma o il tragico effetto di una maledizione divina, per uscire definitivamente dalla confusione babelica e riflettere sul nostro destino di civiltà multilingue.
Ci piace quindi pensare all’Europa di domani come ad una comunità di persone, di cittadine e di cittadini, non necessariamente poliglotte ma in grado di incontrarsi, parlando ciascuno la propria lingua, intendendo quella dell’altro.
Oltre all’aspetto culturale, che la FLC Cgil ha voluto evidenziare, vi è una situazione sempre più diffusa in Europa che riguarda la vita professionale di molte lavoratrici e di molti lavoratori che si vedono costretti ad utilizzare la lingua inglese nella quotidiana del loro lavoro al posto della lingua nazionale portando talvolta questa scelta a conseguenze estreme come in un ospedale di Parigi in cui morirono pazienti a causa dell’utilizzo errato di certi macchinari e dell’errata interpretazione delle schede informative redatte unicamente in lingua inglese.
Convinta che insieme al purilinguismo vada difesa la lingua nazionale, la FLC Cgil ha concluso a Berlino, il mese scorso, la costituzione del “Comitato 9 marzo per il diritto alla lingua nazionale ed alla non-discriminazione linguistica” quale membro fondatore. Un percorso intrapreso mesi fa a Parigi, nella sede dell’Assemblea nazionale al “Palais Bourbon”, al quale hanno partecipato sindacati ed associazioni culturali. E’ stato poi redatto un regolamento interno per normare l’ingresso di altri sindacati ed altre associazioni nel comitato.
In seguito, il Comitato ha richiesto alla Signora Katerina Batzeli, Presidente della Commissione Cultura e Educazione del Parlamento europeo, di concedere ad una loro rappresentanza, prima dell’audizione del nuovo candidato all’incarico di Commissario europeo per il plurilinguismo, un incontro per fare il punto sulla situazione attuale e riflettere sulle incongruenze fra le politiche ufficiali dell’Unione Europea a favore della non discriminazione linguistica e paradossalmente l’accrescersi della dipendenza culturale ed economica dell’Europa alla lingua e alla cultura anglosassone contro i principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea, adottata nel 2000, e della Convenzione Universale sulla Diversità Culturale, adottata nell’ottobre 2005 dall’UNESCO.
Un percorso lungo e difficile ma che vale la pena di percorrere fino in fondo.
Roma, 29 luglio 2009
Aspetti economici della disuguaglianza linguistica nell’Unione europea in dodici lingue su: https://www.ekolingvo.com/index.php?set_lang=IT
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