La FLC Cgil a Berlino: dalla Carta europea del plurilinguismo al Comitato europeo di Dialogo Sociale settoriale dell’Educazione
La cultura e l’azione del sindacato al centro della nostra riflessione a Berlino per rilanciare l’Europa.
Il 18 e 19 giugno 2009 si sono svolte a Berlino le Assise europee del Plurilinguismo.
La FLC Cgil ha partecipato attivamente ai lavori presentando una sua riflessione su come rilanciare il progetto europeo incominciando dalla cultura.
Jean Monnet, in tarda età, disse: “ Se fosse da rifare bisognerebbe incominciare dalla cultura anziché dal commercio”.
Infatti, non troviamo nessun cenno della cultura nel Trattato costitutivo del 1957 e soltanto alcune parole 35 anni dopo. Non curandosi degli aspetti culturali sono prevalsi gli interessi nazionali e di mercato, non si è investito a sufficienza nella cultura e non si è potuto costruire una cultura europea comune in grado di far crescere l’identità europea. Sono prevalsi gli interessi nazionali e di mercato.
Stiamo pagando questa impostazione, oggi possiamo dire errata, con un allontanamento delle cittadine e dei cittadini europei dall’Europa.
I votanti alle elezioni europee sono passati dal 61,99% del 1979 al 43,24% del giugno 2009.
Noi crediamo che la risorsa cultura sia l’unico mezzo da proporre per rilanciare l’Europa.
Dobbiamo fare i conti con il processo di globalizzazione, di una globalizzazione americana che va respinta con politiche adeguate.
Abbiamo ancora troppi conflitti irrisolti dalla politica europea della cultura:
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dal conflitto sull’industria dell’audiovisivo e del cinema, con una sola cultura comune in Europa, quella americana, a quello del diritto d’autore;
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da quello della Società della Conoscenza (Lisbona 2000), al conflitto della società dell’informazione;
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da quello sul plurilinguismo a quello sull’eccezione europea.
Siamo in piena globalizzazione ed omogeneizzazione delle culture e del mercato ed è necessario resistere a questa americanizzazione, anteponendo da una parte più creatività, e dall’altra maggiore apertura e propensione al dialogo.
Nella realtà quotidiana degli affari il successo si fonda su relazioni durature, impossibili da portare avanti se non si conosce la lingua del mercato d’arrivo. Ma la lingua non è soltanto un mezzo di comunicazione, è cultura, e un giovane che parla più lingue e conosce più culture comunica meglio, è più aperto e molto più adattabile perché ha più capacità interculturali.
La costruzione di una identità europea e dunque di una Europa aperta al dialogo interculturale deve incominciare dai banchi di scuola.
Nelle nostre scuole e nelle nostre università dobbiamo proteggere le lingue nazionali e promuovere il plurilinguismo e i sindacati, che hanno sottovalutato l’universo lingue quale elemento fondamentale nel processo di integrazione e di solidarietà tra i popoli, devono recuperare il tempo perso.
La FLC Cgil c’è e fa parte del CSEE Comitato Sindacale Europeo per l’Educazione che da quattro anni lavora alla creazione di un Comitato di Dialogo sociale settoriale europeo dell’Educazione.
Il dialogo sociale è uno spazio di discussione e di negoziazione in cui gli attori interessati stabiliscono loro stessi le norme che regolamentano la loro condotta. I comitati settoriali, oggi sono 33 ma non c’è ancora quello sull’educazione, sono vere istanze europee del dialogo sociale il cui funzionamento pratico è a carico della CE ma il cui funzionamento politico è assunto dalle parti sociali in modo autonomo.
Per favorire il dialogo sociale, i lavoratori e i datori di lavoro devono essere rappresentati da organismi appropriati. I lavoratori sono rappresentati dai sindacati e i datori di lavoro devono disporre anche loro di strutture ugualmente incaricate a rappresentarle nell’ambito del dialogo sociale (si veda la Hospeem per il settore ospedaliero). Queste strutture rappresentative sono le cosiddette parti sociali.
Attualmente, il dialogo sociale dell’Educazione funziona in modo disuguale nei paesi UE. Può essere molto efficace, quando le sue procedure sono solidamente stabilite e le sue convenzioni rispettate ma rimanere ancora troppo debole in molti paesi in cui le procedure non garantiscono la sua esistenza in modo sufficientemente chiaro e in cui gli accordi non sono debitamente rispettati da tutte le parti interessate.
Un Comitato settoriale europeo permetterebbe un miglioramento generale del dialogo sociale nel settore dell’Educazione per:
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lo scambio di informazioni, di conoscenze e di buone pratiche tra tutti gli attori interessati;
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il rafforzamento della solidarietà internazionale;
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il richiamo dei diritti e dei doveri di ogni attore attraverso una istanza europea veramente dedicata al settore;
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il rafforzamento dell’influenza del settore sulle decisioni prese al livello europeo.
Un Comitato settoriale costituisce la voce di un settore professionale nella costruzione europea.
La rappresentazione di questo settore-chiave al livello europeo gli permetterebbe di stabilire da una parte la propria agenda e le sue priorità e dall’altra di rafforzare sensibilmente la sua influenza nei meccanismi decisionali delle Istituzioni europee.
La creazione di un Comitato europeo di dialogo sociale settoriale è quindi un processo politico ed istituzionale.
Recentemente, il 26 febbraio 2009 i datori di lavoro del settore dell’Educazione di 19 paesi membri della UE si sono riuniti a Bruxelles per la prima riunione della Federazione Europea dei Datori di lavoro dell’Educazione - FEEE.
I partecipanti alla riunione rappresentavano il 75% della popolazione europea e la diversità delle organizzazioni dei datori di lavoro (che in questo settore operano su vari livelli: nazionale, regionale, locale ed istituti stessi) era anche significativamente rappresentativa con 8 ministeri dell’Educazione, 4 associazioni di governi locali e 7 agenzie pubbliche, tutti riconosciuti a livello nazionale come datori di lavoro dell’Educazione.
18 organizzazioni di 15 paesi hanno deciso di diventare i fondatori della FEEE. Gli altri paesi rappresentati avranno bisogno di una decisione complementare presa a livello nazionale prima di aderire.
La richiesta congiunta di creazione del Comitato di Dialogo Sociale settoriale europeo dell’Educazione dovrebbe essere inoltrata alla Commissione europea entro il mese di settembre. Il processo si dovrebbe concludere entro il 2009.
Crediamo che ognuno di noi si debba impegnare nel proprio paese ed informarsi sulla partecipazione o meno a questo Comitato dei propri sindacati dell’Educazione e delle rappresentanze dei datori di lavoro e fare in modo che, tra i vari argomenti che saranno affrontati, vi siano anche quello delle lingue e del plurilinguismo e del Diritto alla lingua nazionale ed alla non discriminazione linguistica affinché le diversità culturali vengano rispettate.
La FLC Cgil ha firmato la Carta europea del Plurilinguismo, firma in linea anche tu.
Roma, 28 luglio 2009
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