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Inchiesta OCSE-Pisa 2012: il caso Italia

Situazione ancora insufficiente per la scuola italiana: il peso dei contesti territoriali, socio-economici e culturali.

04/12/2013
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Come abbiamo avuto modo di dire nelle note precedenti, il nostro paese, pur avendo migliorato le sue performance nell’ultima rilevazione OCSE-PISA 2012 non ha risposto alle aspettative che erano sorte dopo i risultati relativamente buoni del 2009. L’avanzamento è infatti risultato inferiore al previsto e non ha né superato né raggiunto la media OCSE.

In  matematica infatti l’Italia si ferma a 485 punti contro una media OCSE di 494, si trova a condividere un’area con Spagna (rispetto alla quale ha tuttavia guadagnato terreno), Slovacchia, Portogallo e Stati Uniti. Tuttavia tutto il Nord (eccetto la Liguria) e la Toscana superano o eguagliano la media OCSE. Solo gli studenti dei  licei del Nord e del Centro ed anche quelli degli istituti tecnici del Nord Est superano le medie nazionali e OCSE, mentre neppure i più bravi tra gli alunni dei CFP di tutto il Sud e delle isole raggiungono tali medie. In tutto il mondo le fasce più basse sono determinanti per abbassare il risultato. In ambito matematico i nostri alunni sono abbastanza bravi a gestire procedimenti matematici espliciti ma non a ricorrere ai calcoli quando è necessario.

Tutto ciò nelle prove tradizionali cartacee, mentre nelle prove computerizzate le cose vanno meglio: l’Italia è grosso modo nella media OCSE, con 13 punti in più che nelle prove tradizionali, comuni a tutti gli ordini di scuola.. Ma anche in questo caso il Sud e le isole sono sottomedia così come, a livello nazionale,  gli alunni degli istituti professionali e dei CFP.

Anche in lettura, che corrisponde un po’ a quello che noi chiameremmo comprensione del testo e che stavolta rappresentava un fronte secondario delle prove (meno quesiti), l’Italia è sotto media: 490 punti contro 496. Ai primi posti sono il Giappone, la Corea del Sud e la Finlandia (sempre prima tra i paesi europei in questa specialità). Anche in questo caso tuttavia il Nord  (con l’eccezione di Liguria e Bolzano) è sopra le medie OCSE e nazionale, il Centro, l’Abruzzo e la Campania sono sopra la media nazionale ma sotto la media OCSE, mentre Molise, Calabria, Puglia, Basilicata e le isole sono sotto anche alla media nazionale. Gli studenti dei licei a livello nazionale sono sopra le medie OCSE e nazionale, mentre quelli degli altri ordini di scuola sono sotto. Complessivamente però circa il 20% degli alunni è collocabile sotto il livello minimo di competenze in lettura. In questa specialità le ragazze superano i ragazzi sia a livello internazionale (+38 punti) che nazionale (39 punti): secondo gli osservatori OCSE questa differenza corrisponde all’incirca ad un anno scolastico. Il punto più basso di questa differenza è nelle Marche (25 punti), i più alti in Toscana, Liguria e Trentino (circa 50 punti).

Nella lettura digitale le cose vanno anche qui meglio: con 504 punti l’Italia è in linea con l’OCSE insieme a Germania Danimarca e Svezia. Gli studenti del Nord sono sopra entrambe le medie, quelli del Centro sono in linea con la media nazionale, ma un po’ sotto l’OCSE, quelli del Sud  e delle isole sono sotto. Gli studenti dei licei e anche quelli degli istituti tecnici a livello nazionale  risultano sopra la media OCSE, mentre gli altri sono sotto entrambe le medie (quelli dei CFP in questo caso hanno risultati inferiori a quelli degli IPS). La distanza fra i generi in questo caso è più contenuta (21 punti contro 39).

In ambito scientifico (anche in questo caso meno domande) i paesi che hanno più successo sono nell’ordine Giappone, Finlandia, Estonia e Corea del Sud. L’Italia con 494 punti è sotto la media OCSE (501 punti). La distinzione  anche qui più o meno la solita: tutto il Nord (tranne la Liguria) sopra le medie OCSE e nazionale,  il Centro sopra la media nazionale ma sotto quella OCSE, il Sud e le Isole sotto in entrambe i casi. Gli studenti dei licei sono mediamente sopra le due medie, quelli degli istituti tecnici in linea con la media nazionale,  gli altri sotto entrambe le medie. Anche qui è piuttosto alto il numero di coloro che non raggiunge il livello base (18,7%). Con l’eccezione dell’Alto Adige e delle Marche, dove sono più bravi i ragazzi, non ci sono in questa specialità differenze di genere significative.

Pur in lento miglioramento la situazione della scuola italiana resta dunque ancora difficile, come la stessa OCSE, non ha mancato di segnalare. In particolare è evidente l’importanza che vi giocano i contesti territoriali e socio-economici. La stessa distinzione di qualità tra i diversi ordini di scuola non appare attribuibile alle scuole stesse: non a caso abbiamo parlato di studenti o alunni dei relativi ordini di scuola e non delle scuole stesse, perché a 15 anni, dopo un solo anno di scuola secondaria superiore è praticamente impossibile pensare che la “qualità” dell’alunno/a non sia soprattutto quella acquisita nei percorsi scolastici precedenti e nell’ambiente socio-economico e culturale, familiare e territoriale, di provenienza..

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