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Il ritorno a scuola in Libano

Una riapertura della scuola piena di difficoltà nel Libano bombardato.

10/11/2006
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Dal 12 luglio al 15 agosto il Libano è stato martellato dai bombardamenti israeliani. Il 15 luglio la cosa è finita anche grazie alla mediazione e all’impegno del nostro Paese. Ma con la fine dei bombardamenti le vite stroncate non sono tornate in vita e gli edifici distrutti non sono ricresciuti.

Tutto ciò ha riguardato anche la scuola libanese. E quest’anno per le alunne e gli alunni delle scuole libanesi il ritorno a scuola, avvenuto il 9 ottobre per le scuole private e il 16 ottobre per quelle pubbliche, è stato un ritorno molto particolare.

Sul giornale del sindacato francese Snes la Lega dei professori dell’Insegnamento Secondario Pubblico denuncia ilpesante bilancio di questa vicenda a partire dalla morte di due dei suoi aderenti e dei tre figli di altrettanti colleghi.

52 scuole pubbliche sono state completamente demolite, 300 edifici scolastico sono stati parzialmente distrutti e altri 500 hanno bisogno di essere riparati essendo serviti per alloggiare gli sfollati dalle regioni libanesi più sottoposte all’attacco.

La ricostruzione degli edifici distrutti richiederà almeno un anno e si pensa che siano circa 30.000 i bambini che frequentavano queste scuole. In molti degli altri edifici si fa lezione senza infissi e senza porte, per non parlare delle biblioteche, dei laboratori e delle palestre distrutte.

Ci sono più di 60 insegnanti della secondaria a cui è stato distrutto l’alloggio. Ad altri è stata distrutta la scuola. Ci sono perciò molti professori in attesa di una nuova assegnazione.

In questa situazione il sindacato, oltre a organizzare manifestazioni per il ritorno alla pace, si è dato da fare per assicurare nuovi alloggiagli insegnanti del Sud del Libano e delle zone di Beirut colpite, ha avviato una sottoscrizione nazionale a favore dei colleghi colpiti creando un fondo monetario apposito, ha lanciato un appello internazionale per un’azione di solidarietà, ha chiesto che malgrado le difficili condizioni abbiano comunque luogo gli esami terminali e anzi sia prevista una seconda sessione, ha chiesto che il governo provveda quanto prima alla riparazione degli edifici danneggiati e che i professori rimasti senza classi siano risistemati nelle stesse zone dove lavoravano.

Roma, 10 novembre 2006

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