Francia: vacanze e anniversari di vacanze
Nell’estate di settant’anni fa con il governo di Fronte Popolare le prime ferie pagate per i lavoratori francesi e il primo avvio del turismo di massa
E’ tempo di vacanze, ma in Francia è anche tempo di anniversari di vacanze. Settant’anni fa infatti, precisamente il 3 maggio 1936, il Fronte Popolare in cui erano coalizzati i partiti di sinistra vinceva le elezioni. Ciò avveniva due mesi dopo che le confederazioni sindacali Cgt e Cgtu si erano unificate e sulla spinta di un movimento dal basso che non voleva ripetere le nefaste divisioni che in Germania avevano aperto la strada al nazismo. Un movimento che immediatamente si espresse in un’ondata di scioperi e occupazioni di fabbriche contro i licenziamenti (si sentivano ancora gli effetti della grande crisi del ’29) e per migliori condizioni di lavoro. Il governo Blum, che si formò solo il 7 giugno successivo e che si caratterizzò per la presenza di tre donne, quando le donne non avevano ancora il diritto di voto, dovette subito affrontare queste questioni urgenti approvando una serie di misure sociali tra cui l’istituzione della settimana lavorativa di 40 ore e l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 14 anni.
Tra le misure varate ve ne fu una che riguardava direttamente le vacanze: le due settimane di congedo pagate, una misura che ancorché votata all’unanimità dal parlamento, mandò in bestia il padronato e l’opinione pubblica di destra, cui giornali parlavano di “ salopards” che avrebbero invaso le spiagge.
Nello stesso tempo venne istituito il Segretariato di Stato “aux Loisirs et aux Sports“ , antenato dell’attuale ministero francese della gioventù e dello sport. Il primo segretario incaricato, Leo Lagrange, prese iniziative concrete per permettere ai lavoratori, per la prima volta in ferie, di dare un senso a questa misura: biglietti ferroviari di andata e ritorno scontati del 40%, censimento dei campeggi, tariffe preferenziali negli alberghi, treni speciali.
Per la verità solo una percentuale limitata di lavoratori approfittò di queste occasioni per occupare i 15 giorni improvvisamente liberi, la maggior parte rimase a casa o si limitò a brevi picnic e gite in bicicletta, ma intanto insieme a un periodo di meritato riposo uno stile di vite si diffondeva anche nelle classi povere, tanto che le ferie pagate, fino ad allora tanto sognate, sono rimaste nell’immaginario collettivo come il simbolo del Fronte Popolare.
Roma, 3 agosto 2006