Francia. Giornata d’azione dell’Università e della ricerca contro i provvedimenti del governo
Dopo lo sciopero del 10 febbraio, continua l’agitazione del mondo universitario francese che ha indetto per giovedì 19 febbraio una giornata d’azione, mentre il governo Sarkozy cerca di prendere tempo.
Si allarga il braccio di ferro tra il ministro dell’insegnamento superiore francese che, con uno stile analogo a quello del governo italiano, ha presentato, senza alcuna consultazione delle organizzazioni sindacali, un’ipotesi di modifica dello stato giuridico dei professori universitari, prevedendo la valutazione della loro attività ogni quattro anni e dando ai presidi e ai rettori la possibilità di decidere promozioni e modulazioni dei tempi di servizio del personale insegnante, sulla base di tale valutazione. La risposta del mondo universitario e della ricerca non si è fatta attendere. Con un giudizio negativo sulla proposta, vista come un attacco alla propria indipendenza e una sottomissione al potere arbitrario dei presidi sulla loro carriera, le otto organizzazioni sindacali sono scese in lotta chiedendo il ritiro del testo, l’avvio delle consultazioni e anche un netto cambiamento alla politica del governo francese, caratterizzata dai tagli del personale e delle risorse. Netto anche il rifiuto del Comitato dei rettori, che ha chiesto il ritiro del progetto di riforma. Il presidente Sarkozy, sotto attacco da diversi fronti, ha deciso di nominare una mediatrice, che faccia da ponte tra organizzazioni sindacali e ministro, che però sembra determinata a non cedere. La prima ritorsione da parte delle Università è stata di non presentare entro la data prevista del 15 febbraio i progetti dei futuri master di formazione dei docenti all’Agenzia preposta. L’obiettivo è quello di rendere impossibile l’applicazione della riforma entro il 2010. In attesa della mobilitazione del 19 marzo indetta dopo l’incontro all’Eliseo con le parti sociali, il fronte dell’opposizione continua da allargarsi.