Dopo la lunga lotta, una vittoria per i maestri.
Nicaragua, Febbraio 2005
Febbraio
Dopo la lunga lotta, una vittoria per i maestri. I maestri del Nicaragua daranno inizio al nuovo anno scolastico dopo tre settimane di sciopero e mobilitazioni, che hanno costretto governo e deputati a trovare una soluzione al drammatico problema dei miseri stipendi del settore Educazione.
Durante la serata di venerdì 18 febbraio, i quattro principali sindacati, Anden, CEM, Confenitec e la Confederaciòn Nacional de Maestros, hanno firmato un accordo con i ministri del Tesoro ed Educazione nei locali della Procura per la Difesa dei Diritti Umani che ha giocato un importante ruolo di mediazione, in cui si stabilisce che a partire dal mese di dicembre 2005 le buste paghe dei maestri di primaria e secondaria avranno un aumento di 706 cordobas (43 dollari), portando così i salari minimi complessivi a 1.852 cordobas (116 dollari) per le elementari e a 2.040 (128 dollari) per le superiori.
Sono stipendi ancora miseri rispetto alla media centroamericana e nettamente inferiori al valore del Paniere, ma rappresentano un passo in avanti e soprattutto, un risultato frutto di una prova di forza importante.
Probabilmente nemmeno il governo avrebbe mai pensato che i principali sindacati dei maestri sarebbero riusciti a bloccare l'inizio dell'anno scolastico e dare una prova di unità che non si vedeva da molto tempo.
Nell'accordo si prevede che il Ministero dell'educazione non intraprenderà nessun tipo di rappresaglia nei confronti dei maestri che hanno scioperato e che verranno immediatamente pagati gli stipendi di febbraio, fino ad ora sospesi.
I sindacati, da parte loro, ritireranno tutte le denunce presentate fino a questo momento contro il Ministero dell'educazione e funzionari pubblici.
Inoltre è stata inserita una clausola secondo la quale il Ministero dell'educazione dovrà garantire la totale gratuità della scuola pubblica e che verrà ridiscusso il Plan Nacional de Educaciòn, per il quale qualsiasi decisione dovrà avvenire con il consenso delle parti.
Fino alla fine dell'anno, i 706 cordobas verranno inseriti in busta paga in concetto di buono.
Sta assumendo toni sempre più drammatici lo scontro tra i sindacati dei maestri e il governo.
Il Ministero del lavoro ha fatto quadrato intorno alla posizione del governo ed ha dichiarato lo sciopero, che ormai dura da una settimana bloccando l'inizio dell'anno scolastico, illegale.
Con questa misura il Ministero dell'educazione potrà sospendere il salario dei maestri in sciopero, con le drammatiche conseguenze che sono facili da immaginare, ma soprattutto avrà via libera per iniziare i licenziamenti.
Le posizioni restano sempre distanti. Con la pubblicazione del Bilancio della Repubblica sulla Gazzetta Ufficiale, il Ministero dell'educazione considera che vengono meno i motivi dello sciopero dato che viene approvato il misero aumento di 433 cordobas (26 dollari), in concetto di buono che quindi non partecipa al conteggio delle tredicesima e che non viene conteggiato ai fini pensionistici, che porterebbe il salario di un maestro delle elementari a circa 96 dollari e a 107 dollari per un professore delle superiori.
Il minimo per sopravvivere (Paniere) è calcolato in 160 dollari e la media dei salari centroamericani in 330 dollari.
I maestri, invece, pretendono che questo aumento, sommato a quello concesso tre anni fa, venga inserito a tutti gli effetti nel salario minimo e che si dialoghi per la regolare applicazione del Piano Nazionale d'Educazione firmato nel 2000, in cui si prevede che per il 2005 il salario venga equiparato al valore del Paniere.
I sindacati dei maestri hanno immediatamente presentato ai tribunali un recurso de amparo per far sospendere la dichiarazione d'illegalità dello sciopero ed evitare il blocco degli stipendi e i licenziamenti.
Sono inoltre ricorsi alla Procura per i Diritti Umani presentando una denuncia contro il Ministero del lavoro e il Ministero dell'educazione.
Martedì 8 febbraio si svolgerà la prima delle tante marce che il sindacato ANDEN ha in programma in tutto il paese e vari settori del mondo lavorativo hanno già aderito per dare una dimostrazione di forza al governo.
In modo particolare il sindacato dei lavoratori della sanità, FETSALUD, ha lanciato un appello affinché i lavoratori dei vari ospedali e dispensari del paese si alleino con le scuole presenti sul loro territorio per sostenere economicamente i maestri in sciopero ai quali verrà sospeso lo stipendio.
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