Croazia: ombre e luci della riforma scolastica
Croazia, novembre 2005
La Croazia ha recentemente visto un avanzamento verso un sistema educativo più democratico e più moderno. Le riforme del processo di Bologna procedono speditamente, sebbene alcune università ancora rifiutino di cooperare col Ministero dell’Educazione e altre ancora non abbiano stanziato le risorse necessarie per rendere possibile il processo. L’istruzione professionale richiede riforme e il curriculum deve essere adeguato alle nuove necessità economiche. Il ministero dell’educazione, della scienza e dello sport (MoSES) ha, lo scorso anno, cambiato i contenuti e i metodi dell’insegnamento, in direzione di un apprendimento più attivo e produttivo e meno cattedratico, e ha modificato l’azione delle direzioni scolastiche, attraverso la creazione di strumenti di valutazione e di monitoraggio dei processi educativi.
Il settore educativo della Banca Mondiale assiste il MoSES in questo processo con un programma volto a sostenere lo sviluppo professionale dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, con la distribuzione di nuovi curricoli per la primaria e la secondaria, e con l’istituzione di un Centro Nazionale di Valutazione Scolastica. Molte iniziative regionali sono state assunte sotto questo capitolo.
Comunque gli esperti pensano che la Croazia debba fare ancora passi avanti nella scuola primaria. Alcune autorità locali e la chiesa rifiutano l’istituzione di corsi di educazione sessuale e di educazione alla salute nella scuola primaria. Inoltre la questione della lingua ha assunto nuovamente una dimensione politica dopo la dichiarazione dell’Accademia delle scienze e delle arti del febbraio 2005. Molti esperti considerano questa dichiarazione un’immotivata espressione di nazionalismo dal momento che realisticamente i Croati non rischiano di essere danneggiati dalle minoranze Serba e Bosniaca. (tratto dalla relazione dell’I.E. “Education in transition”).
Roma, 29 novembre 2005
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