Consultazione su “Le scuole per il XXI° secolo“. Le osservazioni dell’ETUCE
Nel documento discusso all’Assemblea Generale del dicembre scorso, il Comitato dei sindacati dell’educazione dei paesi aderenti alla UE ribadisce la necessità di una scuola finanziata e governata dal settore pubblico per garantire a tutti e a tutte una scuola di qualità. Sottolineata anche l’importanza della formazione e dell’autonomia professionale dei docenti.
Merito del documento dell’ETUCE, frutto dell’intenso dibattito svoltosi tra i diversi sindacati aderenti, è quello di aver individuato alcuni principi e paletti comuni, indispensabili allo sviluppo di una scuola di qualità per il 21°, al di là delle autonomie dei singoli stati e delle differenze esistenti tra i sistemi educativi dei diversi paesi europei. Innanzitutto, la necessità di una scuola pubblica, finanziata e governata dal settore pubblico, per assicurare a tutti i cittadini il diritto a ricevere un’educazione di qualità; un sistemo scolastico obbligatorio a carattere comprensivo, per evitare forme precoci di segregazione e discriminazione; lo sviluppo dell’autonomia professionale, intesa come responsabilità del docente nei confronti del processo educativo, all’interno di un quadro di criteri definiti a livello nazionale; strumenti di valutazione che siano di aiuto alle scuole e in grado di coinvolgere i docenti e i capi d’istituto, trovando un giusto equilibrio tra valutazione interna ed esterna.
Il documento non si ferma, però, alle sole affermazioni di principio, ma indica in modo dettagliato le condizioni necessarie perché le scuole siano in grado di innalzare il livello dell’educazione di ogni individuo. Occorrono diverse condizioni strutturali (numero alunni per classe; infrastrutture ed attrezzature idonee ) ; capacità di innovazione a livello metodologico e didattico (centralità dell’apprendimento); supporti specifici per gli alunni diversamente abili e per gli alunni migranti; un ambiente scolastico accogliente, in cui ci sia un rapporto fiduciario tra docenti ed allievi e in cui sia bandita ogni forma di violenza; politiche di aiuto per sostenere i costi della scuola, che in alcuni paesi stanno diventando eccessivamente alti.
Per quanto riguarda i docenti, il Documento insiste sul problema della loro formazione iniziale - a livello di master per tutti - ed in servizio, prevedendo il diritto a periodi formativi; sulla necessità di rivedere le condizioni di lavoro, spesso caricate di compiti estranei all’insegnamento, alleggerendone anche gli aspetti burocratici, e potenziando i momenti della ricerca, della riflessione e del lavoro in team, strumenti indispensabili per garantire ai docenti la possibilità di aggiornarsi e riflettere sul proprio operato.
Last but not least, la questione dei finanziamenti: l’attuale livello è troppo basso con 7 paesi della UE che spendono circa il 4% del PIL per l’educazione e altri 12 al di sotto del 5%.
Il testo completo è pubblicato nel sito dell’Etuce: https://www.csee-etuce.org
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