CES/ETUC: risoluzione sull’istruzione superiore
L’istruzione superiore in una prospettiva di apprendimento per la vita
Nell’Aprile 2005 la Commissione Europea ha pubblicato un documento sul contributo che le Università potrebbero dare al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona ( pubblicato nel sito FLC, rubrica Europa/Mondo). Data l’importanza che l’università e l’istruzione superiore nel suo complesso esercitano sullo sviluppo economico e sociale dei paesi europei, il Comitato esecutivo della Confederazione dei sindacati europei (CES/ETUC) ha ritenuto opportuno elaborare una specifica riflessione su tale tema, di cui pubblichiamo una sintesi. Il testo integrale è reperibile nel sito dell’ETUC: www.etuc.org
1. Un sistema d’istruzione superiore diversificato
Occorre fare riferimento ad un sistema d’istruzione superiore in cui sono presenti più percorsi, oltre a quelli universitari. La CES riconosce la necessità di sviluppare l’eccellenza nell’istruzione superiore europea, ma ricorda anche che non è utile aspettarsi che la maggior parte degli studenti diventino ricercatori ad alto livello, né che tutti gli istituti d’istruzione superiore facciano ricerca ad alto livello. La CES sottolinea l’importanza che gli istituti politecnici possono giocare nello sviluppo delle politiche europee relative all’istruzione superiore, anche ai fini di immettere nel mercato del lavoro persone competenti, soprattutto nel settore tecnologico. Considerando lo sviluppo di carriera di chi lavora negli istituti d’istruzione superiore, occorrono forme più sofisticate di collaborazione tra gli istituti di ricerca d’alto livello, gli istituti di scienze applicate e le industrie.
2. Aprire l’istruzione superiore all’industria e all’intera società
La CES ritiene che sia necessario un nuovo approccio, attuando riforme di ampio respiro dei sistemi d’istruzione e formazione in grado di soddisfare i bisogni individuali, sociali ed economici. Per quanto riguarda l’istruzione superiore, si tratta di aprire le università alla società, definendo un nuovo “contratto” che coinvolga i diversi attori: oltre ai professori e i docenti, anche le autorità pubbliche e i partner sociali.
La CES sostiene la richiesta che almeno il 3% del PIL a livello nazionale sia dedicato alla ricerca e allo sviluppo e ritiene cruciale il ruolo dei finanziamenti pubblici. D’altro canto occorre anche promuovere investimenti privati soprattutto da parte del mondo dell’industria, prevedendo appropriati meccanismi che assicurino la libertà di ricerca e delle istituzioni accademiche.
La CES sottolinea la necessità che le Università siano in grado di assumere ricercatori, una volta acquisito il dottorato. C’è, inoltre, un impellente bisogno di promuovere la capacità di utilizzare i risultati della ricerca. Infine le Università hanno bisogno di migliori possibilità di essere protette e di trarre beneficio dai diritti intellettuali degli esiti della ricerca.
3. Aprire l’istruzione superiore in una prospettiva d’apprendimento per la vita
Competenze e abilità più elevate dipendono non solo dall’istruzione superiore ma anche dalla formazione professionale. Livelli differenti d’istruzione formale non devono essere visti come opposti, ma come elementi complementari in un quadro di lifelong learning. L’Europa ha bisogno da un lato di innalzare il numero dei laureati, mediamente inferiore rispetto alle aree economiche più sviluppate, dall’altro di accrescere il numero di lavoratori qualificati, dato il numero ancora elevato di lavoratori privi o con scarse qualifiche.
In questo quadro, l’apprendimento per la vita, totalmente trascurato nel documento della Commissione Europea, costituisce la chiave per acquisire gli obiettivi europei di piena occupazione, innalzare le competenze, le qualifiche e la mobilità dei lavoratori. Occorre, di conseguenza, aprire le università e gli istituti d’istruzione superiore agli adulti, con particolare riferimento alle persone che non hanno avuto la possibilità di studiare e a quelle che provengono da situazioni socialmente ed economicamente svantaggiate, anche ai fini di meglio qualificare la forza lavoro.
In secondo luogo, l’istruzione superiore deve innalzare il proprio ruolo nella formazione continua dei laureati per accrescerne l’appetibilità presso l’industria e il mondo del lavoro.
Nel documento della Commissione Europea manca, inoltre, ogni riferimento al ruolo dell’educazione a distanza, uno degli strumenti più importanti per contribuire allo sviluppo di una società basata sulla conoscenza. Occorre formare i docenti nell’uso delle nuove tecnologie, ma anche necessario intraprendere un esame attento delle condizioni di vita e di lavoro che sono andate continuamente peggiorando.
4. Investire nell’istruzione superiore
Necessità di maggiori investimenti nell’istruzione, formazione e ricerca a livello delle singole nazioni ed europeo, di cui devono essere responsabili soprattutto i governi, pur essendo utile una maggiore cooperazione tra industria ed istruzione superiore. Compito dei governi è anche assicurare alta qualità e pari opportunità di accesso.
Un’ulteriore sfida è la partecipazione agli studi superiori di studenti provenienti da gruppi socialmente svantaggiati: le attuali politiche di aumento delle tasse scolastiche possono costituire un ulteriore ostacolo e comunque la questione delle tasse scolastiche e di altre modalità d’investimenti privati dovrebbe rimanere a livello delle singole nazioni.
Per quanto riguarda i fondi europei, la CES identifica due necessità: da un lato sviluppare l’alta qualità e l’eccellenza tra l’istruzione e la ricerca, dall’altro finanziare la coesione e ricostruire o rinforzare le strutture e le istituzioni per rispondere alle richieste di un economia basata sulla conoscenza.
5. Alta qualità dell’istruzione superiore
Necessità che non si punti solo sull’eccellenza di poche istituzioni, ma sulla loro maggioranza. Occorre che le decisioni politiche non aumentino le differenze tra le università per quanto riguarda la situazione finanziaria.
Importanza del fattore qualità: occorre accrescere la fornitura di istruzione e formazione, aumentare la conoscenza, le abilità e le competenze dei laureati. La qualità è necessaria per creare fiducia reciproca tra differenti istituzioni e tra l’istruzione superiore e la vita lavorativa.
6. Verso un’area europea dell’istruzione superiore
Positività del processo di Bologna e necessità di un processo valutativo che non sia solo interno, per quanto importante. I processi di accreditamento costituiscono importanti strumenti di assicurazione di trasparenza e riconoscimento reciproco dei titoli in Europa.
Il processo di Bologna deve essere coerente con la dichiarazione di Maastricht sulla Definizione di una cornice europea delle qualifiche. Creazione di un mercato del lavoro europeo che garantisca i riconoscimento delle qualifiche al fine di evitare la massiccia fuga di cervello che si spostano in altri paesi.
Roma, 15 novembre 2005
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