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Centroamerica. Infanzia ad alto rischio

Mentre nel primo mondo essere un bambino è quasi un privilegio, nei paesi dell’America Centrale costituisce una situazione ad alto rischio. Migliaia di bambini e adolescenti sono vittime degli abusi sessuali e dello sfruttamento sul lavoro senza che i governi locali facciano niente.

27/09/2006
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Mentre nel primo mondo essere un bambino è quasi un privilegio, nei paesi dell’America Centrale costituisce una situazione ad alto rischio. La denuncia viene da Casa Alianza, l’organizzazione no-profit che da 25 anni lavora sull’infanzia latino-americana “24 ore al giorno, 365 giorni all’anno”, come dice la sua pubblicità.
Solamente in Honduras si stima che almeno 10.000 bambine siano vittime dello sfruttamento sessuale. In Nicaragua centinaia di minorenni sono oggetto di compravendita per essere inviati ai bordelli di Città del Messico o di Città del Guatemala. In Guatemala una media di 47 minorenni al mese sono assassinati nella sola capitale e il 98% degli omicidi restano impuniti.
La situazione è aggravata dal fatto che più della metà della popolazione centroamericana è costituita da bambini o adolescenti. Ma nessuno stato della regione ha una politica di intervento su questa maggioranza della sua popolazione. Secondo le statistiche ufficiali l’80% cresce in condizioni di povertà o di assoluta miseria.
La media della scolarità raggiunge a malapena la terza elementare: la causa principale dell’evasione scolastica è la fame e nel solo Honduras la quota dei bambini al di sotto dei 13 anni sfruttati nel lavoro assomma a circa 500.000.
Questa situazione di povertà fa si che i bambini siano sempre più coinvolti nei fenomeni migratori, in particolare nell’emigrazione clandestina in direzione degli Stati Uniti. Si stima che circa 25.000 bambini e ragazzi centroamericani passino per il Messico ogni anno: molti di questi subiscono abusi da parte dei coyotes (i trafficanti di persone) e anche da parte delle autorità preposte all’emigrazione. Casa Alianza ha tracciato una pista che porta dal Costa Rica agli Stati Uniti, che le ha permesso di individuare il fatto che intorno a questo fenomeno sociale è cresciuta una mafia che sfrutta gli adolescenti nei postriboli nordamericani o lungo il percorso. In Guatemala l’organizzazione è riuscita a riscattare 300 ragazze prevalentemente honduregne costrette a prostituirsi.
Un altro aspetto del problema è costituito dalla violenza domestica. Le statistiche dicono che il 15% degli assassini dei minori di 18 anni in Nicaragua avvengono in famiglia. Casa Alianza denuncia il fatto che in Centro America e in Messico non si puniscono severamente questi fatti, in quanto esistono molte scappatoie legali e poche denunce.
Anche in Messico, dove la condizioni sono migliori che nel Centro America, esistono però fenomeni gravi legati alla fuga dalle campagne verso le città, alla crescita di quartieri marginali, alla comparsa dell’Aids tra i bambini di strada e allo sviluppo di una terza generazione di bambini abbandonati e destinati a crescere nelle strade.
Infine Casa Alianza denuncia anche le cosiddette politiche di “pulizia sociale, messe in atto in Guatemala e Honduras: per quanto manchino sempre prove specifiche si ha il sospetto fondato che molti bambini e adolescenti siano vittime dell’arbitrio e dei metodi sbrigativi dei corpi di polizia.

Roma, 27 settembre 2006