Affermazione della Fsu e dello Snes nelle elezioni professionali.
Francia, dicembre 1999
DICEMBRE
Affermazione della Fsu e dello Snes nelle elezioni professionali. Nonostante la proclamazione dei risultati ufficiali sia prevista per i primi di gennaio sono ormai noti i risultati delle elezioni della Commissione amministrativa paritetica nazionale, che si sono svolte il 7 dicembre e che costituiscono il principale test di rappresentatività dei soggetti sindacali e professionali operanti nella scuola d’oltralpe. Complessivamente il sindacato di gran lunga più forte è risultato la Fsu, federazione di sindacati della scuola, dell’università, della cultura e della ricerca, che ha ottenuto il 48,80% con un incremento del 1,78% rispetto alle precedenti elezioni del 1996. Al secondo posto si è classificata l’Unsa, alleanza elettorale formata dal piccolo Sncl-Faen e dal Se-Fen, storico sindacato della scuola francese dalla cui scissione è nata parte della Fsu. L’Unsa ha ottenuto il 19,71%, vale a dire il 3,28% in meno di quanto avevano ottenuto i due sindacati separatamente nel 1996. Seguono poi lo Sgen-Cfdt con l’11,43%, i sindacati affiliati alla Fo con il 7,48%, lo Snalc-Csen col 4,12%, il piccolo Sud-education, nato da una scissione "a sinistra" della Cfdt, con il 3,17%, l’Unsen-Cgt con 1,33%, la cattolica Cftc con lo 0,72%, e l’"aristocratica" Cnga-Cgc con lo 0,78%. L’affermazione della Fsu riguarda tutti gli ordini di scuola: nella primaria il sindacato di settore Snuipp-Fsu con il 42,7% e una avanzata del 3,4% ha confermato il suo primato sul Se-Fen al 28% con 4 punti di perdita; nel Pegc (più o meno le nostre medie) i tre sindacati della Fsu, Snuipp, Snes e Snep guadagnano quasi tre punti e conquistano un buon 30,8%, pari alla maggioranza relativa, ma solo sulla carta dal momento che devono vedersela con un Se-Fen al 17,7%, un Sncl al 10,4% e una lista unitaria Sncl-Se-Fen al 25%; nella secondaria di secondo grado lo Snes, pur perdendo rispetto alle elezioni del 1996 un 2,5%, conserva la maggioranza assoluta di tutti i settori della categoria con il 55% dei suffragi, mentre il restante 45% se lo spartiscono gli altri 10 sindacati, i quali conservano praticamente le stesse percentuali di voto del 1996, tranne il Sud-education che triplica i suoi voti passando dall’1,40% del ’96 al 3,41 attuale.
La scadenza elettorale di quest’anno era particolarmente attesa per verificare la popolarità dei sindacati, soprattutto nella secondaria di secondo grado. in relazione alle diverse posizioni sindacali nell’aspro scontro col Ministro Allègre che ha caratterizzato tutto il passato anno scolastico e che ancora si trascina. Non a caso sulla prima pagina di Le Monde alla fine di novembre campeggiava una vignetta in cui il Ministro osservava con una lente d’ingrandimento un minuscolo mammouth rappresentante le organizzazioni sindacali ("degrasser le mammouth" era lo slogan di Allègre, laddove però il mammouth era in origine la struttura scolastica!). In particolare sotto osservazione era soprattutto lo Snes, fortemente antiministeriale nella vicenda dello scorso anno nonostante il suo essere tradizionalmente vicino ai partiti attualmente al governo, mentre più cauto, per non dire filoministeriale, era stato il comportamento delle segreterie nazionali del Se-Fen e dello Sgen-Cfdt e scontatamente di opposizione conservativa quello della galassia dei sindacati "autonomi" e della Fo. Ma per quanto indebolito dalla lunga guerra di posizione lo Snes ha dimostrato di tenere molto bene conservando comunque un forte margine di maggioranza e consolandosi con i 2500 voti in più ottenuti in valore assoluto. Anche le critiche al suo "estremismo" possono essere ben giustificate dal fatto che l’unico sindacato che mostra dinamiche significativamente positive è il Sud-education, che si colloca all’estrema sinistra dello schieramento sindacale e che sembra aver raccolto buona parte dei voti persi dallo Snes. Quindi la categoria rimane fortemente schierata contro il Ministro e quest’ultimo, nonostante possa dichiararsi vincente sul piano politico e sociale, dal momento che alle elezioni europee la vicenda scolastica non ha prodotto i temuti danni per il partito socialista francese, deve comunque fare i conti con la distanza che lo separa dai suoi "dipendenti".