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18 marzo 1968, nasce la scuola dell’infanzia statale. La FLC CGIL ricorda il ruolo che ha avuto e che continua ad avere per tutta la scuola italiana

La FLC CGIL chiede al nuovo Parlamento l’impegno per un serio investimento politico e finanziario nella scuola dell’infanzia, necessario al miglioramento sociale ed economico del Paese.

16/03/2018
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Nel marzo del 1968 nasceva con un provvedimento legislativo, la scuola dell’infanzia statale. Chissà se il legislatore, pur nella positività del suo intento, si rese completamente conto del valore che consegnava al Paese. Valore riconosciuto dai pedagogisti di tutto il mondo che da sempre studiano la peculiarità di questo segmento della scuola pubblica sottratto 50 anni fa al contesto dei servizi all’infanzia.

Quando le riforme nascevano dal basso, le maestre e i maestri della scuola dell’infanzia statale hanno saputo sperimentare percorsi didattici che sarebbero stati recepiti da una legislazione allora rispettosa delle loro professionalità. Nascevano così gli Orientamenti del ’91 che disegnano una scuola con caratteristiche proprie che sarebbero stati accolti nel 2012 dalle Indicazioni nazionali, di cui ancor oggi il Ministero riconosce l’attualità in un documento di recente emanazione.

Di recente autorevoli statistiche hanno riconosciuto alla frequenza della scuola dell’infanzia il ruolo di primo antidoto alla dispersione scolastica. Questo obiettivo è perseguito ogni giorno da migliaia di docenti che in una quotidianità spesso oscura condividono percorsi metodologico didattici adeguati all’età delle bambine e dei bambini.

Il Decreto legislativo 65 del 2017 sul sistema integrato avrebbe potuto avvantaggiarsi della straordinaria esperienza della scuola dell’infanzia pubblica, estendendone i benefici al segmento 0-3. Ad oggi non solo non c’è niente di tutto questo, ma rimangono insoluti importanti nodi legati all’espansione del modello pedagogico didattico della scuola dell’infanzia:

  • generalizzazione del tempo normale cioè delle 8 ore rispettose dei tempi di apprendimento, garantendo i livelli essenziali delle prestazioni (LEP),
  • attribuzione del potenziamento didattico, già dato agli altri ordini di scuola che consentirebbe di mettere al sicuro il modello pedagogico didattico legato alla compresenza,
  • diminuzione del numero delle bambine e dei bambini per classe, assegnando gli anticipi alle sezioni primavera,
  • stabilizzazione del precariato storico, legando l’investimento alla qualità didattica.

Il Ministero dell’Istruzione con una apposita circolare invita le amministrazioni periferiche e le istituzioni scolastiche ad organizzare eventi di carattere culturale pedagogico in ogni capoluogo di regione, avendo a riferimento, oltre alla storia passata, quella presente rappresentata dal D.Lgs 65 e dal documento per il rilancio delle Indicazioni nazionali per il curricolo prodotto dalla Commissione Nazionale.

Riteniamo che nella fase attuale le ritualità proposte dal Ministero siano un atto dovuto nei confronti della scuola dell’infanzia, ma che debbano essere accompagnate ad azioni che in modo concreto riattualizzino i 50 anni appena passati.

Per questo la FLC CGIL chiede al nuovo Parlamento l’impegno per un serio investimento politico e finanziario nella scuola dell’infanzia, necessario al miglioramento sociale ed economico del Paese, valido argine alla crescita delle disuguaglianze.

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